Oggi, 23 maggio, è il giorno scelto dal Ministero dell’Istruzione e del Merito per svolgere la prova preselettiva del concorso dirigenti scolastici. La scelta di questa data, anniversario della Strage di Capaci e Giornata della Legalità, è stata criticata da più parti.
Ad esporsi è stato lo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni che, intervistato dal quotidiano La Repubblica, si è scagliato contro il Ministero. “Questo governo ha una memoria selettiva: molta attenzione per alcuni eventi e poca per altri. Eppure il 23 maggio è un momento di grandissimo dolore nazionale. È impossibile pensare di non dare a questo giorno un’adeguata rilevanza. È un gravissimo atto di ignoranza e che volta le spalle a un momento fondativo”.
De Giovanni ha anche commentato la risposta del Ministero alle critiche: “È molto grave. Perché la scuola è quel luogo che deve fare in modo che anche alle giovani generazioni che non c’erano nel 1992 venga riferita l’entità di quello che è accaduto. Se priviamo la scuola di questa funzione, non si tratta più di formazione ma di addestramento”.
A dire la sua è stata anche Maria Falcone, sorella di Giovanni, vittima della tragedia, ucciso proprio il 23 maggio di 34 anni fa.
Falcone, presidente della Fondazione omonima, chiede al Ministero dell’Istruzione e del Merito, come riporta Ansa, di ‘tornare sui propri passi e spostare la data per il concorso per dirigenti scolastici: il 23 maggio è sacro per la memoria civile dell’Italia’.
“Affermare che solo 2.400 docenti siciliani su un totale di 24.000 non potranno partecipare – continua Falcone – è una imperdonabile leggerezza: tutti devono avere la libertà di seguire in quel giorno il proprio cuore e le proprie emozioni”.
“Ringrazio tutti coloro i quali si sono sollevati davanti a questo atto di distrazione, prima tra tutti la Presidente della Commissione parlamentare antimafia Chiara Colosimo che ha giustamente chiesto il rinvio o lo spostamento ad altra data delle prove e mi auguro che i rappresentanti del ministero dell’Istruzione che hanno creato questo divario culturale tra Ministero, scuole e società civile tornino immediatamente sui propri passi”, aggiunge.
Molti hanno chiesto all’amministrazione di spostare la prova prevista per la data incriminata. Il Ministero, però, dice no. “Il 23 maggio non è un giorno di festa nazionale prevista dalla legge né di sospensione dell’attività didattica. Quel giorno si terranno regolarmente le lezioni in qualsiasi istituto scolastico”.
Il Ministero ha anche sottolineato “la necessità di inserirsi in una giornata in cui non si svolgessero le prove Invalsi” e che “le commemorazioni previste per il 23 maggio si potranno tenere regolarmente e gli studenti potranno prendervi parte”.
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