Non ai ricorsisti che speravano di essere ammessi agli orali, non alla scuola pubblica italiana che rimarrà senza dirigenti scolastici e non al Miur che ha investito nel concorso.
Allora a chi giova e chi si avvantaggerà di questa situazione?
Tesi: Come gestire l’opinione pubblica e insinuare che un concorso pubblico non sia il modo migliore per reclutare dirigenti scolastici. Fai partire un’inchiesta sull’Espresso poco prima della sentenza del TAR e fai esplodere il caso, ma che caso? Che in un concorso volto a reclutare 2.900 dirigenti ci sono state pecche organittative? No, la tesi è che il concorso è marcio. Ormai la sentenza è stato già pronunciata: la questione è politica, l’opinione pubblica plagiata e il Tar si adegua ad una sentenza già annunciata politicamente su un giornale. Ma a chi giova?
Alcuni giorni fa, dopo la sentenza di annullamento, casualmente su alcune testate compariva un articolo in cui l’associazione nazionale collaboratori dirigenti scolastici ANCODIS, pur se molto rammaricata, aveva già pronta la soluzione per i prossimi anni scolastici: dare la reggenza delle scuole in sofferenza ai collaboratori del ds, gli ex vicari. Subito dopo la lettera dell’ANCODIS, alcuni esponenti politici facevano la proposta di esonerare i vicari per sopperire alla situazione caotica che verrebbe a crearsi. Ma, come se non bastasse, da ultimo un noto esponente di un’associazione nazionale auspicava la chiamata diretta per i dirigenti scolatici, in contrasto con l’articolo 97 della Costituzione. Sin dall’inizio di questo concorso pubblico si è insinuato che eventuali vincitori non sarebbero stati all’altezza, ma allora chi è all’altezza? Chi ha esperienza? Chi ha esperienza? I vicari.
Il quadro è completo direi, sappiamo a chi giova. E dunque magistrati, prefetti, dirigenti e insegnanti devono accedere per pubblico concorso alla PA, mentre i dirigenti scolastici NO. Nel loro caso il concorso pubblico non funziona, non va bene. Qualcuno ha deciso di No, sostenendo che i dirigenti scolastici vanno scelti, come si è quasi sempre fatto finora. Il concorso più sgradito della storia della dirigenza scolastica, perché fra i più puliti, non s’ha da fare, il dictat è chiaro.
L’inchiesta dell’Espresso che voleva essere sovversiva, ecco che serve a rispristinare il solito metodo all’italiana: favorire chi non ha superato un concorso pubblico e fare acceder al ruolo di dirigente scolastico persone scelte. Però tutto sommato, a pensarci bene, un’inchiesta più sovversiva di così in uno stato di diritto non poteva essere fatta. Perchè il messaggio è chiaro: non osate mai più pensare che la dirigenza scolastica si scelga tramite concorso pubblico. La scegliamo noi e comandiamo noi, perché “ E’ necessario che tutto cambi perché tutto resti com’è”.
Qui non è in gioco la tutela dei vincitori, non è in gioco la tutela dei ricorsisti, non è in gioco la tutela della scuola pubblica italiana. Qui è in gioco la Costituzione. Art. 97: Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo che qualcuno decida diversamente.
Antonia Russo
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