Scoppia la guerra dei ricorsi e controricorsi per aggiudicarsi uno dei 2.900 posti da dirigente scolastico: dopo l’accoglimento, da parte del Tar del Lazio dei rilievi riguardanti la presenza nella commissione superiore di tre commissari incompatibili, abbiamo assistito ad un imperversare di impugnazioni.
Le impugnazioni sindacali
Il ricorso più importante è stato quello depositato dall’avvocatura di Stato al Consiglio di Stato, accompagnato dalla richiesta di sospensione con urgenza dell’efficacia esecutiva della sentenza del Tar.
Quindi, sono entrati in campo i sindacati, con ricorsi “ad adiuvandum”, al fine di permettere la copertura dei posti vacanti da preside già con l’avvio del nuovo anno scolastico, seppure con la modalità della riserva.
Altri, come ha detto alla Tecnica della Scuola Antonello Giannelli, presidente nazionale Anp, sono in procinto di presentare un ricorso autonomo, sempre in difesa dei diritti dei vincitori del concorso a preside del 2018.
Altri ancora hanno chiesto ed ottenuti di essere ascoltati in audizioni presso la presidenza del Consiglio di Stato, come Udir che verrà ricevuta martedì prossimo, ma anche altri studi legali, non legati ai sindacati, convocati sempre dal CdS il giorno successivo.
Quelli che difendono i docenti non ammessi agli orali
Alcuni, come il Codacons, si sono invece costituiti in opposizione al ricorso del Miur, quindi a favore della sentenza del Tar, depositando un intervento “ad opponendum”, proprio per contestare l’appello del ministero dell’Istruzione.
Su questa posizione, a favore dei ricorrenti, rendendo ancora più incerta la decisione della Camera di Consiglio, è anche il neonato Comitato Trasparenza.
“Affermare i principi di giustizia, correttezza, trasparenza, certezza procedurale” e il “buon esito al Tar è solo un primo passo”, fa sapere il comitato composto da oltre cento docenti ricorrenti, rammentando le diverse ed “evidenti irregolarità segnalate nel ricorso amministrativo proposto”.
Le ragioni degli esclusi dall’ultima prova
Il Comitato spiega che ha “l’obiettivo di affermare l’interesse legittimo dei concorrenti non ammessi agli orali, di vedere riconosciute le proprie ragioni nelle opportune sedi giudiziarie e dunque semplicemente e con fiducia, avvalendosi degli strumenti previsti dalla Legge”.
“Attendiamo l’eventuale ulteriore prosieguo dell’iter giudiziario amministrativo da parte del Ministero dell’Istruzione e quello della magistratura penale di Roma che ha al vaglio un esposto sulla vicenda, per quanto di Sua competenza. Riponiamo la massima fiducia nella Magistratura e nelle Istituzioni, alle quali ci affidiamo sempre”, conclude il Comitato Trasparenza.