La storia dei concorsi per dirigente scolastico di questi ultimi anni e costellata di ricorsi, controricorsi e sanatorie varie.
Per non andare troppo lontano, partiamo dalla “Buona Scuola”. L’art. 1 (e unico) della L. 107/2015 contiene quattro commi, dall’87 al 90, che si occupano di “tutelare le esigenze di economicità dell’azione amministrativa e di prevenire le ripercussioni sul sistema scolastico dei possibili esiti del contenzioso pendente relativo ai concorsi per dirigente scolastico”. In sostanza e sinteticamente, i ricorsisti interessati a questa sanatoria sono stati:
i soggetti del concorso 2011 che hanno superato il concorso o superato tutte le prove del concorso poi annullato (per varie ragioni);
i ricorsisti dei concorsi 2004-2006, con ricorsi ancora pendenti al momento dell’approvazione della legge 107/2015.
In questo provvedimento di sanatoria, mancano, clamorosamente, altri “ricorsisti pendenti”, quelli del 2011 perché forse ritenuti ancora non abbastanza “stagionati” rispetto ai colleghi 2004-2006.
Il 2 luglio il TAR del Lazio-Roma deciderà se annullare il concorso 2017 e, visti tutti i pasticci (o peggio) che si sono verificati, è molto probabile che questo annullamento ci sarà. La politica parla già di sanatoria per coloro che hanno superato tutte le prove del concorso 2017, e sarebbe giusto farlo, ma si continua a ignorare i ricorrenti 2011 e non si capisce il motivo.
Il diritto ad una sentenza in tempi ragionevoli esiste?
Si possono tenere in piedi ricorsi vecchi di 8 anni e non fare nulla?
Si può accettare che i ricorrenti 2011 siano stati, praticamente, considerati “troppo giovani” nel 2015 rispetto ai ricorrenti 2004-2006, ed esclusi dalla sanatoria della “Buona Scuola”, ora siano considerati “troppo vecchi” rispetto ai concorrenti del concorso 2017?
Qualcuno sa spiegare perché la soluzione per i ricorrenti 2011 non si trova mai?
Marco Sanna
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