Categorie: Concorsi

Concorso dirigenti scolastici, ecco perché cambierà la prova scritta

La Tecnica della Scuola continua a tenere aggiornati i propri lettori sul processo di avvicinamento al concorso per diventare dirigente scolastico.

Dopo aver spiegato i motivi per cui il bando verrà pubblicatonon prima del prossimo mese di giugno e che la commissione ministeriale incaricata di redigerlo sta sempre lavorando alla revisione del regolamento, in particolare sulla possibilità di far valere anche il periodo di precariato per raggiungere la soglia dei 5 anni di servizio minimi per accedere alle prove, stavolta ci soffermiamo sulle modifiche che si stanno apportando per lo svolgimento della prova scritta.

A dettarle è stato lo svolgimento, poco efficace e con diversi riscorsi, che ha caratterizzato l’ultimo concorso, bandito nell’estate del 2011, il D.D.G. del 13 luglio 2011. In quell’occasione, infatti, le prove non ebbero un comune denominatore tematico. In pratica, ogni regione andò per fatti propri.

Così, furono proposte delle tracce anche completamente diverse una dall’altra. Non solo per i contenuti, ma anche sul fronte della complessità.

 

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Con il risultato che alcune regioni si ritrovarono all’orale con meno candidati che posti disponibili. Altre, soprattutto al Sud, invece produssero una lunga lista di idonei, ben oltre rispetto a quanto fosse stato necessario.

Producendo esattamente l’opposto di quanto indicato nella Legge 150/09 di riforma della PA, a proposito dei concorsi d’accesso ai ruoli dello Stato, che ha introdotto delle regole non certo orientate verso questa licenza di discrezionalità alle singole commissioni regionali.

Quella disparità di trattamento, tra l’altro, è stata anche alla base di una lunga serie di ricorsi in tribunale. Sui cui esiti deve ancora essere posta la parola fine.

Al ministero dell’Istruzione la lezione sembra essere servita. Stavolta, contenuto e modalità della prova scritta avranno lo stesso “canovaccio”. Non sarà più possibile che a dei candidati dirigenti di una regione si chieda un tema sul contratto collettivo nazionale di lavoro, mentre a quelli di un’altra regione si ponga in quesito sulle sanzioni disciplinari del personale.

 

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Alessandro Giuliani

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