Sono una anonima e qualunque docente che ama la scuola e svolge con passione il suo lavoro. Come tanti colleghi, anch’io mi sono cimentata per la prima volta a partecipare al concorso per Dirigente scolastico. Con tanta volontà, forza e speranze ho iniziato la preparazione. Ho “dimenticato”: famiglia, feste e vacanze. Solo studio e sempre studio, guidata da preparatori di alto livello. Dopo il superamento della prova preselettiva sono passata allo scritto.
Quel giorno, dopo aver svolto la prova scritta ero soddisfatta, pur avendo avuto problemi tecnici dovuti al computer, avevo risposto a tutti i quesiti ed era andata bene anche la prova di lingua straniera.
Successivamente con la notizia del non superamento dello scritto sono crollate tutte le mie certezze e speranze. Non riuscivo a capire che cosa avessi sbagliato e soprattutto come mai, la maggior parte dei quesiti era stata valutata con la stessa pesatura.
Possibile che a tutti i quesiti avessi risposto allo stesso livello?
Dal controllo informatico effettuato sul file del mio compito, scopro che è stato corretto in tre minuti!
E scopro ancora che la data della mia scheda di valutazione non coincide con la data di correzione del compito.
La mia, è una storia non diversa da tante altre, ma io voglio capire come sono andate le cose.
Voglio capire perché i sindacati non sono vicini a me e a tutti coloro che sono nelle mie stesse condizioni?
Perché l’Associazione ANP, ed in particolare il prof. Giannelli, che ho sempre ammirato e studiato, ci definisce “acqua sporca…”
Perché il ministro Bussetti non prende atto che tanti, ma veramente tanti concorrenti, non possono essere lasciati senza risposte.
E ancora, ai “vincitori”, chiedo di mettersi nei panni dei “perdenti”, di avere empatia e di comprendere che ,per loro,il fattore “ FORTUNA” è stato determinante, anche se quest’ultimo non può far parte di un concorso serio.
Forse le risposte alle tante domane arriverà il 17 ottobre, quando il Consiglio di Stato si pronuncerà nel merito dei numerosi ricorsi presentati, facendo luce sulle incongruenze di forma e di sostanza di una procedura scorretta.
Alla fine di tutto, però, rimane la delusione, l’umiliazione e le offese che tutti noi “bocciatoni” ( così siamo definiti dai “vincitori”) stiamo subendo per un concorso organizzato malissimo.
Gabriella Calamo