Non è certo una novità, ma adesso che il concorso per dirigenti scolastici ha il suo regolamento in Gazzetta Ufficiale il problema torna di moda.
Stiamo parlando del numero troppo basso di posti messi a bando per il concorso a preside, che a parere di molti, non risolverà il problema reggenze, ovvero il sistema ormai “ben collaudato” di affidare ad un solo dirigente scolastico la gestione di più scuole, con le conseguenze che però sono sotto gli occhi di tutti: caos, cattiva amministrazione e stress infinito per i malcapitati dirigenti-reggenti.
La mancanza di presidi è diventata cronica negli ultimi quindici anni, si legge su Il Corriere della Sera.it: in Piemonte, Veneto, Liguria, Friuli e Emilia Romagna, un preside su due ha almeno una reggenza, infatti.
In palio ci sono 2.386 posti di dirigente scolastico, Mef permettendo, con l’ultimo concorso a preside del 2011, che ha visto i nuovi dirigenti entrare in presidenza per lo più nel 2015, dopo lo scandalo delle buste trasparenti che non garantivano l’anonimato delle prove, ricorsi, diverse sentenze del Tar e del consiglio di Stato e non poche prove rifatte.
Sul tema interviene anche la Fondazione Agnelli, che ha appena finito uno studio che proietta i dati di scuole, presidi e pensionamenti nei prossimi anni: il risultato, si legge su Il Corriere della Sera, è che quando i nuovi presidi entreranno in carica — non prima del 2019, prevede il direttore della Fondazione Andrea Gavosto — ci saranno già di nuovo altrettante reggenze da coprire”.
“È come Achille e la tartaruga, ci troveremo sempre indietro rispetto ai bisogni delle scuole, che sono poi i bisogni dei ragazzi. Visto che non è possibile prevedere un concorso ogni anno, sarebbe necessario cercare di programmare. Secondo i dati che abbiamo elaborato, partendo dalle cifre fornite da ministero, entro il 2021-22 che è il periodo di validità del concorso, serviranno 3600-4000 presidi, considerato il turn over, visto che un terzo dei presidi ha più di 60 anni. Ma ce ne saranno la metà”, continua Gavosto.
Il direttore della Fondazione Agnelli però si auspica un investimento da aprte del Governo in tema di presidi: “la riforma ha speso tre miliardi per gli insegnanti, forse sarebbe utile investire qualche milione per organizzare meglio la selezione dei presidi, tenendo conto che il concorso, tra commissioni e test, comunque costa e dunque dovrebbe essere efficace”.
La Tecnica della Scuola, che è ente formatore Miur, conferma quindi che ci sono i margini di tempo per prepararsi al meglio al concorso per dirigenti scolastici. Gli interessati, a questo proposito, hanno la possibilità di iscriversi al nostro “CORSO DS COMPLETO – Normativa, organizzazione e gestione della scuola nei processi di cambiamento attuali”, pagabile anche attraverso la Carta docente Miur per l’aggiornamento professionale.
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