Anche se il Consiglio di Stato ha sospeso in via cautelare l’esecuzione della sentenza n. 8655/2019 con cui il Tar Lazio il 2 luglio scorso aveva annullato gli atti relativi al concorso per dirigente scolastico, la partita sul concorso per dirigenti scolastici rimane ancora aperta: i docenti vincitori di concorso, seppure assunti in ruolo nel nuovo ruolo di presidi, potrebbero in linea teorica ancora essere spodestati con l’udienza di merito.
La rivalidazione del D.D.M. n. 395/2019, riportante la graduatoria dei candidati ammessi agli orali, non comporterebbe alcuna decisione definitiva sulla diatriba giudiziaria. Il Consiglio di Stato, infatti, si è riservato di decidere la questione nel merito all’esito della discussione fissata per il 17 ottobre prossimo.
A ricordarlo, con un comunicato, è stata l’Unione Sindacati Autonomi Europei, che parla di decisione “sospesa ma non definita ed assolutamente aperta”. Perché, “ad oggi – sostiene l’associazione – le sorti dei candidati che hanno superato le prove concorsuali sono affidate all’appello redatto dall’avvocatura dello Stato per conto del Miur”, il quale “difende interessi propri del Miur che solo in parte sono coincidenti con quelli dei partecipanti”.
La tesi dell’associazione è che i tempi ristretti possano avere giocato contro ad una decisione ponderata, da parte di chi ha presentato l’appello.
“Nell’atto di appello – scrive l’Unione Sindacati Autonomi Europei -, a causa dell’esiguità dei tempi intercorrenti tra la sentenza demolitive emanata dal Tar e la data fissata per la sua discussione innanzi al Consiglio di Stato, potrebbero infatti essere stati tralasciati (o non sufficientemente coltivati) aspetti cogenti, invece, che potrebbero contribuire in modo decisivo all’annullamento dell’impugnata sentenza per i candidati ammessi agli orali”.
“Conseguentemente, va da sé che il proporre ulteriori ricorsi in appello che ne evidenzino l’erroneità anche sotto profili diversi ed alternativi, andrebbe ad incrementare la possibilità di riformare la sentenza appellata in quanto, da una parte si darebbe maggiore vigore all’azione dell’Avvocatura e dall’altra si tutelerebbero le posizioni personali dei ricorrenti rendendo loro (e solo a loro) fruibili i benefici derivanti da un accoglimento parziale dell’appello”.
Usae, quindi, si è rivolta a tutti i “candidati ammessi agli orali, quali controinteressati in virtù della notificazione avvenuta nei loro confronti per pubblici proclami, che per tutelare la rispettiva posizione personale propongano anch’essi appello”.
Nel frattempo, al Miur si procede come se la sentenza fosse invece definitiva: “dobbiamo essere velocissimi nel procedere, mancano poche commissioni per completare gli orali, il tempo necessario e per il 1° settembre vogliamo i docenti scolastici in ruolo, anche se dobbiamo aspettare la sentenza definitiva di merito”, ha spiegato il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti.
“La ragione del concorso, di cui abbiamo voluto accorciare nei tempi, è perchè – ha aggiunto il ministro – c’è da anni una emergenza, anche del 50%, dei dirigenti scolastici, che ha imposto la necessità delle reggenze. Tamponeremo quasi totalmente il fenomeno, avremo dirigenti in quasi tutte le scuole, ci saranno reggenze ma minime”.
Bussetti ha quindi tenuto a ricordare che “tutte le operazioni devono essere pronte per agosto, per poter avere tutto a posto per il 1° settembre”.
Anche le assunzioni dei nuovi presidi saranno quindi lavorate il prossimo mese, per renderle effettive il primo giorno del nuovo anno scolastico.
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