Non cessano le polemiche relative al giorno scelto dal Ministero dell’Istruzione e del Merito per svolgere la prova preselettiva del concorso dirigenti scolastici, ossia il 23 maggio, anniversario della Strage di Capaci e Giornata della Legalità.
Ad esporsi lo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni che, intervistato dal quotidiano La Repubblica, si è scagliato contro il Ministero. “Questo governo ha una memoria selettiva: molta attenzione per alcuni eventi e poca per altri. Eppure il 23 maggio è un momento di grandissimo dolore nazionale. È impossibile pensare di non dare a questo giorno un’adeguata rilevanza. È un gravissimo atto di ignoranza e che volta le spalle a un momento fondativo”.
De Giovanni ha anche commentato la risposta del Ministero alle critiche: “È molto grave. Perché la scuola è quel luogo che deve fare in modo che anche alle giovani generazioni che non c’erano nel 1992 venga riferita l’entità di quello che è accaduto. Se priviamo la scuola di questa funzione, non si tratta più di formazione ma di addestramento”.
“Non oso pensare a qualcosa di diverso da una gaffe. Penso che sia una delle tante gaffe fatte da persone che dovrebbero studiare di più prima di ricoprire certi ruoli. Mi auguro che sia una gaffe, come quando è stato detto che i poveri mangiano meglio dei ricchi o che per fortuna la siccità ha colpito solo la Sicilia e il Sud. Come si fa, però, a farsi sfuggire una data del genere? Non è una questione siciliana ma nazionale. Capaci è un momento terribile di una guerra che questo Paese ha combattuto e che sta combattendo ancora contro un avversario tutt’altro che morto. Per questo mi chiedo come si faccia a ignorare una commemorazione del genere, quando si sceglie la data di un concorso della scuola. Soprattutto da parte di un’istituzione come il ministero dell’Istruzione”, questo il suo pensiero.
“La mafia dovrebbe essere al centro dell’agenda politica, ma segnali come questo del ministero dell’Istruzione fanno pensare di no. O comunque non depongono bene”, ha concluso, durissimo.
Molti hanno chiesto all’amministrazione di spostare la prova prevista per la data incriminata. Il Ministero, però, dice no. “Il 23 maggio non è un giorno di festa nazionale prevista dalla legge né di sospensione dell’attività didattica. Quel giorno si terranno regolarmente le lezioni in qualsiasi istituto scolastico”.
Il Ministero ha anche sottolineato “la necessità di inserirsi in una giornata in cui non si svolgessero le prove Invalsi” e che “le commemorazioni previste per il 23 maggio si potranno tenere regolarmente e gli studenti potranno prendervi parte”.
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