Risulta davvero difficile commentare l’atteggiamento assunto in queste ore dal Ministero dell’Istruzione che ha nuovamente assunto un comportamento ostruzionistico rispetto alla corretta esecuzione dei provvedimenti del Giudice Amministrativo a vantaggio dei docenti che, per varie ragioni, non avevano potuto sostenere le prove del concorso per Dirigente scolastico.
Lo stesso Ministero che già in data 18/10/2018 aveva tentato un “colpo di coda” convocando per le prove scritte alle 7.30 del mattino per le 10.00 dello stesso giorno i candidati titolari di provvedimenti favorevoli e sollevando un’ondata di fondate lamentele che avevano rispedito al mittente tale anomala, quanto incomprensibile, convocazione è tornato ad assumere un contegno certamente distante tanto dal concetto di correttezza ed equidistanza della Pubblica Amministrazione, quanto dal rigoroso rispetto del Bando di concorso e delle pronunce dei giudici.
Con nota dell’USR Lazio pubblicata solo il 12 dicembre, infatti, è stata disposta la convocazione di tutti i docenti titolari di provvedimenti giurisdizionali che – incredibilmente – avrebbero dovuto raggiungere oggi, 13/12/2018 le sedi delle prove a Roma (!)
Non è necessaria particolare arguzia per comprendere che si tratta di un nuovo espediente per “boicottare” le pronunce del Tar e del Consiglio di Stato ed impedire, in sostanza, che da ogni parte d’Italia i candidati potessero raggiungere in poche ore l’unica sede in Roma.
Nessun preavviso e nessun rispetto del criterio di svolgimento delle prove su base regionale imposto dal Bando. Si profila una nuova battaglia in sede giudiziaria, non per scelta dei docenti, ma per l’incredibile “colpo di mano” tentato dal MIUR, nei cui confronti questa volta non è da escludersi la richiesta di maxi risarcimenti.
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