Con un minimo di buonsenso non si può che condividere la posizione assunta in questi giorni dal nuovo direttore generale dell’ufficio scolastico regionale della Campania, non ancora ufficialmente insediatosi, che annuncia che la graduatoria relativa all’ultimo e controverso concorso per dirigenti scolastici in Campania non sarà varata prima del novembre prossimo.
Inutile dunque continuare a battere la grancassa, prendendo a spunto la questione delle 120 scuole campane che inizierebbero il nuovo anno scolastico senza la presenza di un dirigente che possa garantire la continuità. Sono situazioni ben note e che si verificano tutti gli anni in molte regioni italiane, risolte con le reggenze, da quando sono stati aboliti gli incarichi che, in passato, hanno generato un precariato poi finalmente risolto con l’ultimo concorso riservato.
Non vedo proprio come si possa pretendere che venga pubblicata una graduatoria, che non presti il fianco a ricorsi ed a controricorsi che allungherebbero, e di molto, i tempi dell’annosa vicenda, in una situazione così delicata nella quale si attendono, non solo pronunce amministrative, ma anche i risultati di una delicata inchiesta della magistratura inquirente che vede coinvolti ben 23 indagati tra concorrenti e componenti della commissione esaminatrice.
Senza tralasciare tanti altri emblematici aspetti legati al concorso in questione, tra i quali giova ricordare, sul piano nazionale, la notizia, comparsa su un sito internet il giorno prima della presentazione ufficiale dei quiz che sarebbero stati oggetto della prova preselettiva, che le batterie di tali quiz erano già in possesso di alcuni concorrenti; e, segnatamente per la Campania, l’ammissione, a seguito di una sentenza del TAR Campania, nel giorno antecedente alla prove scritte di oltre 300 partecipanti che non avevano superato la prova preselettiva. Molti di questi candidati, per inciso, hanno poi sostenute le successive prove e dunque allo stato potrebbero essere anche tra i vincitori.
Una vicenda, quest’ultima, che ricorda molto da vicino quella del precedente concorso, bandito nel 2004, quando, a seguito dell’ammissione alle prove dei cosiddetti “riservisti”, concorrenti che, in base alle norme indicate nel bando, non avevano neppure i requisiti per superare la fase preselettiva, e grazie ad una successiva legge dello Stato che sanò tutte le situazioni di coloro che erano stati appunto ammessi con riserva, il numero dei vincitori del concorso, per la sola regione Campania, fu quasi il triplo di quello indicato nel bando.
Solo grazie all’interregionalità, anch’essa introdotta successivamente, fu possibile trovare collocazione alla gran mole di dirigenti scolastici vincitori di quel concorso benché molti di essi, va ribadito, non possedevano neppure i requisiti per accedervi, in base ai meccanismi indicati per la preselezione. Proprio alla luce di questi precedenti e delle vicende giudiziarie connesse al concorso in questione, si rende necessario attendere ed operare cum grano salis, auspicando che, nel frattempo, venga fatta piena luce su tutte le delicate questioni connesse alla procedura concorsuale, a partire proprio da quelle che riguardano l’inchiesta in corso della Magistratura.