Come abbiamo visto in precedenza, il TAR Lazio è già intervenuto per dichiarare illegittima l’esclusione dei precari dal concorso dirigenti scolastici, ordinanze che minacciano un dilatarsi dei tempi di attuazione del piano di inserimento dei futuri presidi.
Infatti, prendendo come riferimento l’ordinanza del 1° febbraio, i giudici amministrativi hanno dichiarato illegittimi i punti del decreto ministeriale in cui vengono esclusi dalla partecipazione alla procedura concorsuale sia chi non ha ultimato l’anno di prova e formazione e i docenti precari. Con la data del 27 febbraio, in cui verrà pubblicato il calendario della prova preselettiva del concorso, che si avvicina, tali sentenze del TAR Lazio fanno un po’ traballare le operazioni, specie la tempistica.
A questo punto, si inizia a pensare cosa fare in proposito e le soluzioni potrebbero essere diverse. Tuttavia è difficile capire quale possa essere intrapresa.
1) Modificare il decreto ministeriale al punto in cui vengono esclusi i precari e chi non ha superato l’anno di prova e permettere l’ammissione a queste categorie di aspiranti riaprendo i termini per accedere alle prove
2) Ammettere con riserva gli aspiranti esclusi
3) Potrebbe il Miur decidere di impugnare l’ordinanza
Allo stato attuale non possiamo dire quale strada verrà intrapresa. Delle 3 forse la più percorribile potrebbe essere quella dell’ammissione con riserva, ma ovviamente si tratta solo ed esclusivamente di ipotesi.
Piuttosto, il rischio è che anche questo concorso dirigenti scolastici possa ripercorrere le orme dell’ultimo del 2011, quando anche in quel caso, furono esclusi i precari dalla procedura e poi vennero successivamente ammessi con i ricorsi.
In realtà, il problema sollevato dalla giustizia amministrativa potrebbe avere ripercussioni, anche pesanti, su tutta la tabella di marcia prevista dal Ministero, dato che un eventuale slittamento di tempi potrebbe fa scivolare sempre più in là la conclusione delle procedure e arrivare a conoscere i vincitori e le rispettive sedi non prima dell’apertura di anno scolastico 2019/2020. Ritardo che andrebbe ad incidere sul problema delle reggenze e sulla copertura dei posti nel triennio 2018-2021.
Infatti, come riportato dal Ministero dell’Istruzione, attualmente sono 6.792 i dirigenti in servizio, 1.189 i posti vacanti, 1.748 le reggenze, tenendo conto anche di scuole sottodimensionate e dei distacchi (comandi) presso altre amministrazioni o sindacali.
Il concorso, nelle intenzioni di Viale Trastevere, consentirà quindi di abbattere il fenomeno delle reggenze sino al 2020/2021, anche perché si tratta di un bando nazionale e non regionale come l’ultimo del 2011. Ma certo, con questi intoppi, tutto potrebbe essere messo in discussione.
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