Signor Ministro, faccio parte di quella piccola schiera di docenti che è arrivata alla fine del concorso per dirigente scolastico, sostenendo a Roma, proprio nella sede del MIUR, l’esame orale.
Con tenacia, forse con un po’ di fortuna, dopo un anno di studio e sacrificio, senza raccomandazione alcuna, orgogliosa di me stessa e dello Stato che mi dava la possibilità di mettermi alla prova in un pubblico concorso, come prevede la nostra Costituzione.
Ora mi si dice che è tutto da rifare. Ma come? Io le 3 prove (come tanti altri docenti) le ho sostenute! A mie spese sono andata dove mi è stato detto: a Como, a Milano, a Roma. Ho accettato la correzione e il giudizio di altri nel valutare la mia preparazione, scritta e orale. Aggiungerei pure che nella commissione (la numero 0) ho trovato persone corrette, disponibili e competenti. Quindi? Mi dia almeno una ragione per dire che tutto ciò non vale!
Diversamente, mi permetta di dubitare della capacità del suo Ministero nel garantire la regolarità di un concorso e il danno enorme che il suo annullamento provoca.
Rina Delaini