Come candidati che hanno superato la prova orale del concorso per Dirigenti Scolastici 2017, siamo sconcertati dalle notizie che vengono pubblicate negli ultimi giorni da alcune testate in merito allo svolgimento e al prosieguo della procedura concorsuale.
Si è creato purtroppo un clima di complotto del tutto infondato a opera di alcuni candidati respinti alla prova scritta, appoggiati da studi legali specializzati in ricorsi di questo tipo, ma ciò alla stampa non pare altrettanto scandaloso rispetto ad alcune presunte irregolarità procedurali.
Crediamo di rappresentare, con questa lettera, la voce della moltitudine silenziosa di coloro che non urlano, che non sgomitano per diventare dirigenti scolastici a ogni costo, anche a scapito di altri, ma che hanno studiato per anni allo scopo di affrontare questo concorso e che hanno superato una preselezione, una prova scritta e una orale svoltesi in tre sedi diverse nella massima regolarità, come tutti gli altri studiando di notte e sacrificando tempo agli affetti; concorrenti che senza lamentarsi hanno sostenuto l’orale prendendo in alcuni casi un aereo che li ha portati a 1.200 km da casa.
L’Italia non può diventare un ricorsificio a ogni procedura concorsuale e il continuo gettare discredito sulle istituzioni – e in maniera indiretta su chi vince la procedura concorsuale – non è degno di un paese civile e nemmeno, ci permettiamo di affermarlo, di chi aspira a rappresentarle.
Ci sentiamo professionalmente offesi da tutta questa vicenda: pensare che si rimetta in discussione l’iter concorsuale nel momento in cui si sono già svolte (e quasi concluse) le prove orali è francamente inaccettabile: se così sarà, si entrerà in un contenzioso infinito per le inevitabili azioni legali intraprese dai controinteressati.
La scuola italiana ha bisogno di questo? Gli interessi di coloro che si ritengono danneggiati, a torto o a ragione, dall’eventuale operato di qualche commissione non possono vanificare il serio impegno della maggior parte dei commissari e dei candidati. Si deve trovare un modo per tutelare tutti gli interessati e per ascoltare ogni voce.
Noi speriamo che prevalga l’interesse generale della P. A., l’interesse di una scuola nella quale la situazione delle reggenze è ormai drammatica, anzi insostenibile; una scuola che non può permettersi di disperdere nel nulla le risorse finanziarie, temporali e umane che questo concorso ha messo in campo.
Giampaolo Squarcina e altri 50 docenti
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