Il 7 marzo, 355 vincitori di concorso (D.D.G. 13 luglio 2011) provenienti da tutta Italia, dopo un’odissea durata anni, convocati ufficialmente tramite decreto per la stipula del contratto a tempo indeterminato con assegnazione di sede e presa di servizio il 10 marzo sono stati invece investiti dall’improvvisa e arbitraria decisione del Ministero di rinviare la presa di servizio e far stipulare un contratto giuridicamente valido dal 10 marzo 2014 a seguito di una nota, non pubblica, che il Miur avrebbe inviato la sera precedente, a uffici chiusi, al Direttore Generale Usr Lombardia. Contravvenendo alla legge 128/2013 il Ministro sceglie di dar corso ad una nota nella quale genericamente si parla di pressioni sindacali e interpretando la legge a proprio uso e consumo, calpestando il diritto e la dignità di chi, dopo aver fatto migliaia di chilometri per essere presente, aveva anche affittato una casa per l’imminente presa di servizio.
Ora 355 vincitori di concorso che avevano avuto massime assicurazioni di immediata presa di servizio dal Miur si trovano ad essere gli unici a pagare lo scotto di un’amministrazione ingarbugliata e mal funzionante. Si vedono irrisi e beffati, unici in questa condizione. La legge è stata applicata per i colleghi abruzzesi e per i dirigenti tecnici immessi in servizio la scorsa settimana.
Nella nota il Ministero adduce il pretesto della continuità didattica prendendo spunto da una norma, citata a sproposito, che invece si riferisce alla mobilità dei docenti. Si salvaguardano interessi diversi, è stata fatta una scelta sacrificando il sacrosanto diritto al passaggio di ruolo di chi ha regolarmente vinto un concorso ed è passato dalle forche caudine di una sentenza del Consiglio di Stato e della rinnovazione delle procedure concorsuali.
La legge è e deve essere uguale per tutti, non deve essere interpretata, telefonicamente, dal Ministro di turno, mentre, convocati ufficialmente per la stipula del contratto, 355 dirigenti e le loro famiglie aspettano il verdetto della sibilla cumana con il fiato sospeso. La legge si applica e non si interpreta. Chiediamo l’immediato ritiro della nota e l’immediata applicazione della legge. Vogliamo entrare in servizio sul posto che ci spetta di diritto. Come è accaduto a tutti gli altri in tutta la penisola.
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