Le regole per la gestione del concorso per dirigenti scolastici 2017/18 sarebbero ferme a 20 anni fa, perché non prevedono l’accesso ai laureati con cinque anni di servizio.
E il disco rosso, che significa niente accesso ai test selettivi, vale anche per tutti gli immessi in ruolo che per qualsiasi motivo non hanno ancora superato l’anno di prova.
A protestare contro queste esclusioni è il sindacato Anief. Che si chiede: “per quale motivo un laureato che ha svolto già cinque annualità di supplenze, almeno di 180 giorni ciascuna, dovrebbe rinunciare alla carriera da dirigente scolastico? Si tratta, senza dubbio, dell’ennesima discriminazione gratuita voluta da un’amministrazione scolastica rimasta indietro nel tempo, quando le scuole erano dirette da presidi, intesi alla vecchia maniera, che erano quasi sempre insegnanti a fine carriera”.
“Nell’ultimo periodo – prosegue il sindacato – la scuola e la dirigenza scolastica hanno subìto fortissimi mutamenti: prima di tutto attraverso l’introduzione della qualifica dirigenziale ai capi d’istituto (per mezzo del Decreto legislativo n. 59/98); l’anno dopo con la concessione dell’autonomia alle istituzioni scolastiche (attraverso il D.P.R. 275/99).
A completare l’opera sono state le leggi sul dimensionamento (la Legge 133/08, in particolare) che ha creato scuole sempre più grandi e con un alto numero di reggenze e, per ultima, la Buona Scuola, la Legge 107/15, che è andata ad ampliare ulteriormente la spinta dell’autonomia e delle responsabilità dei nostri dirigenti scolastici, peraltro in cambio di stipendi dimezzati rispetto alla categoria. Con sempre più capi d’istituto ormai sul piede di guerra e pronti dare battaglia, anche in tribunale e nelle aule parlamentari, contro l’ingiustificato immobilismo portato avanti dal Ministero dell’Istruzione e dal Governo di turno”.
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Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, ricorda che “il nostro giovane sindacato ha già vinto nella passata edizione del concorso a preside il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio. È per questo motivo che abbiamo organizzato dei ricorsi ad hoc, sia per i neo immessi in ruolo nell’anno scolastico 2017/18, sia per i docenti precari con cinque anni di servizio alle spalle”.
Il sindacato ha già impugnato il regolamento dello stesso concorso per dirigenti scolastici, pubblicato in settimana, poiché il Mur riconosce come utili gli anni di precariato solo se il candidato risulta già in ruol: viene contestato, in particolare, l’articolo 6 perchè non tiene conto della sentenza del Consiglio di Stato n. 4724 del settembre 2014, attraverso la quale è stato rigettato l’appello del Miur contro alcuni docenti, neo-immessi in ruolo con anni di precariato alle spalle.
Insomma, il bando di concorso ancora non è uscite e già si prevedono innumerevoli ricorsi. Anche perché i precedenti fanno ben sperare i potenziali ricorrenti: nell’ultimo concorso per presidi, alcuni docenti non di ruolo impugnarono l’esclusione, furono ammessi alle prove con riserva, le superarono tutte e oggi sono dirigenti scolastici.
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