La notizia, pubblicata in esclusiva da Il Quotidiano del Sud, è stata un vero terremoto nella pubblica amministrazione. L’articolo del giornalista Pasqualino Rettura in poche ore ha fatto il giro del web, postato da decine di blog e siti d’informazione.
“Sono sette i dirigenti scolastici rinviati a giudizio per plagio (ma inizialmente gli indagati “eccellenti” erano molti di più e non si esclude in ogni caso che l’inchiesta si allarghi e quindi con probabili altri sviluppi) dopo mesi e mesi di indagini portate avanti dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, che ha spulciato tutti gli atti del concorso per esami e per titoli per il reclutamento di dirigenti scolastici – si legge nell’articolo de Il Quotidiano – Ma qualcosa non apparve chiaro, soprattutto ai candidati ritenuti inidone che presentarono numerose denunce, sia individuali che collettive. Denunce che diedero il via alle indagini delle Fiamme Gialle che acquisirono notizie, informazioni e testimonianze, anche documentali. Sarebbero insomma stati presentati alla commissione giudicatrice (composta, all’epoca dei fatti, dal professore Antonio Viscomi, presidente; Maria Carmela Ferrigno e Vincenzo Multari) elaborati alla prova scritta (tenutasi a Lamezia Terme il 14 dicembre 2011) copiati da altri per cui ora in sette dovranno affrontare il processo (prima udienza il 19 marzo) dopo il decreto di citazione a giudizio spedito dal sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Lamezia, Luigi Maffia (dopo che il fascicolo della Procura di Catanzaro è stato trasmesso alla Procura di Lamezia)”.
Fin qui il Quotidiano del Sud.
Esplode, così, in maniera clamorosa il caso del concorso calabrese per presidi, che già molte volte in passato aveva fatto parlare di sè a causa di presunte “irregolarità” scoperte negli atti concorsuali. Anomalie che un gruppo di candidati inidonei, costituitisi in un Comitato, ha denunciato alla Guardia di Finanza di Catanzaro e che sono state pubblicate dalla giornalista Antonella Mongiardo (Quotidiano del Sud), autrice di numerosi articoli d’inchiesta sul concorso a preside del 2011.
I presidi destinatari del provvedimento, dunque, sono accusati di plagio. Quasi un monito, in vista dell’imminente concorso a preside, che prenderà il via ad aprile.
Diversi interrogativi, tuttavia, restano ancora aperti sulla selezione del 2011, finita nel mirino delle forze dell’ordine in seguito alle denunce presentate dagli inidonei.
“Come mai – scrive in una nota il Comitato Non idonei, formato da 20 docenti – i tre componenti della Commissione (Antonio Viscomi, Maria Carmela Ferrigno e Vincenzo Multari) sebbene abbiano provveduto al ritiro ed al sequestro, nel corso delle prove scritte sostenute a Lamezia Terme nei giorni 14 e 15 dicembre 2011, di materiale informatico di vario genere, tra cui tablet, pc, orologi contenenti dispositivi per connettersi all’esterno, cellulari in connessione con l’esterno, nonché materiale cartaceo e testi non autorizzati, non hanno poi, di fatto, escluso i candidati sorpresi a copiare, con relativo annullamento della prova? Tali circostanze – prosegue il comitato – sono state debitamente riferite da decine di candidati risultati non idonei, dislocati nelle varie aule”.
Alcuni candidati, testimoni di quanto accaduto, hanno riferito agli inquirenti di colleghi che avevano copiato. Essi hanno sottolineato agli uomini delle Fiamme Gialle di Catanzaro che “il rinvenimento di materiale non autorizzato, con l’ esclusione del concorso, avrebbe poi dovuto essere riportato sul verbale giornalmente redatto, come prevede il regolamento dei concorsi pubblici. Ciò è stato fatto – si chiede il Comitato – oppure la Commissione ha omesso di verbalizzare tutto questo?
Sicuramente – prosegue la nota – gli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Catanzaro avranno avuto modo di eseguire gli opportuni rilevamenti sui verbali dei giorni degli esami al fine di rilevare se quanto a loro reso in atti, corrisponde al vero o meno, e se, quindi, i responsabili della Commissione hanno omesso di riportare quanto accaduto nel corso dell’esame al fine di far ritenere “corretto” oppure “falso” l’atto pubblico redatto. Ma agli stessi finanzieri – afferma il Comitato – non può sicuramente essere sfuggito quanto riferito in atti e consegnato in tali circostanze, afferenti il contenuto di elaborati in bella e brutta copia acquisiti dai candidati non idonei, e risultati appartenere a vincitori del concorso”.
Il Comitato “Non idonei” riferisce, in particolare, una serie di circostanze assai strane, emerse dagli accessi agli atti: “Sono stati rinvenuti – scrive – più elaborati (di candidati diversi), molto simili tra loro, in cui, oltretutto, le parti in comune risultavano identiche al contenuto di testi ed e-book non consultabili al momento della prova. Inoltre, taluni elaborati riportavano in brutta copia solo poche righe, mentre in bella copia c’erano circa 20 pagine senza errori o cancellature. In certi compiti, in brutta copia vi erano pochi e determinati contenuti, completamente disattesi e non rinvenuti nella bella copia, priva di errori e cancellature. Altri elaborati sono stati redatti utilizzando alternativamente penne di diverso colore, mentre in altri compiti alcune pagine sono state scritte a matita. Com’è possibile che alcuni candidati abbiano scritto pagine a matita – si chiede il comitato – se è risaputo che negli esami e nei concorsi pubblici la matita non si può assolutamente usare? Un elaborato in bella copia, poi, riporta, senza alcun apparente motivo, un nastro adesivo che percorre per intero il primo foglio, sia sulla facciata anteriore che posteriore”.
Gli inidonei hanno, altresì, riferito ai militari che “i fogli timbrati e vidimati per lo svolgimento delle prove scritte erano in uso al personale della sorveglianza e alcuni di questi fogli sono stati adoperati per riportare i nomi ed il numero di fogli aggiuntivi richiesti dai candidati nel corso della prova. Come è stato verbalizzato lo scorporo del numero di questi fogli dal totale di fogli vidimati e siglati? Se alcuni di questi fogli sono stati utilizzati come carta da minuta dalla vigilanza, quanti ne risultano utilizzati a fine prova scritta e restituiti nella disponibilità della Commissione? E quanti sono stati realmente usati e consegnati dai candidati?”.
Altri candidati inidonei hanno sottoposto all’attenzione dei finanzieri un’altra circostanza: “Le generalità del candidato erano riportate in una busta piccola, chiusa all’interno di una busta grande contenente gli elaborati. Questa busta piccola, però, era abbastanza trasparente da consentire l’identificazione del candidato- riferisce il Comitato”.
Un’ultima considerazione sul famoso corso di perfezionamento. “Ci chiediamo – scrive il comitato – come sia stato possibile che poco tempo prima delle prove scritte, sia stato indetto un corso di perfezionamento a pagamento, gestito dal prof. Antonio Viscomi (che avrebbe poi rivestito la carica di Presidente della Commissione al concorso) ove hanno partecipato dei vicari risultati poi vincitori del medesimo concorso”.
Il Comitato si chiede, inoltre, “come sia stato possibile che a ridosso del concorso l’Usr abbia organizzato un corso, avente come titolare il prof. Antonio Viscomi e come segretaria una candidata, che è risultata poi vincitrice del concorso, classificandosi tra i primi posti della graduatoria di merito. Come è possibile – si chiede infine il comitato – che ai componenti della Commissione, professionisti di comprovata esperienza, siano sfuggite tutte queste situazioni?”.
Antonella Mongiardo
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