Un gruppo di nuovi presidi che ha appena superato la prova orale del concorso DS 2017 e che ora vede mettere tutto in discussione dalla sentenza attesa dal Tar per il prossimo 2 luglio e che dirà se il concorso sarà da annullare o meno, scrive una lettera aperta alle redazioni dei giornali di settore. La lettera inizia così: “Siamo un gruppo di futuri Dirigenti Scolastici costituitosi successivamente al superamento dell’ultima prova concorsuale. L’originario scopo di tale iniziativa era quello di garantire a tutti noi una preziosa rete di collaborazione, utile per potere gestire al meglio le nostre future Istituzioni scolastiche. Scopriamo in questi giorni di avere, in qualità di singoli e come gruppo, un’altra primaria finalità: difenderci dalle pretestuose aggressioni dei nostri colleghi che non hanno superato la prova scritta“.
A questa lettera non si fa attendere la risposta dei candidati Ds non ammessi alle prove orali. Risposta dai cui estrapoliamo la seguente riflessione: “Assistiamo a un gioco al massacro tra carnefici e vittime, con tanto di spettatori che incitano gli uni e gli altri: non è questo che vogliamo! Concorrenti esclusi alle prove scritte o agli orali, come pure i concorrenti che sono finalmente approdati con successo al termine della procedura concorsuale, tutti noi dovremmo richiedere, alla luce di quanto accaduto, una verifica sul corretto e legittimo espletamento del concorso, che assicuri il diritto soggettivo di ciascun partecipante e contestualmente tuteli il supremo interesse della collettività, quello di avere, in ruoli così importanti e di prestigio, i dirigenti più preparati”.
Ma mentre la sentenza del Tar del prossimo 2 luglio si avvicina, parte anche un’interrogazione parlamentare che il Senatore del PSI Riccardo Nencini ha rivolto al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Marco Bussetti e dove si chiede conto di alcune anomalie riscontrate nello svolgimento del concorso per il reclutamento di Dirigenti Scolastici, che si è tenuto il 18 ottobre 2018, che non è stato invalidato e che ora è oggetto di un’indagine della Procura di Roma. Anomalie riscontrate che riguardano la violazione del principio di contestualità e unicità delle prove scritte su tutto il territorio nazionale, l’ eccessiva discrezionalità dei vigilanti, la violazione del principio dell’anonimato, la disparità di trattamento in merito alla possibile consultazione dei testi normativi, malfunzionamento degli apparati informatici.
Siamo solo all’inizio dell’ennesima querelle o si risolverà tutto con un nulla di fatto ? Il tempo ci darà la risposta.
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