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Concorso dirigenti scolastici, si fa politica ma non giustizia!

Il CdS ha accolto la richiesta di sospensiva, il concorso, quindi, potrà proseguire. Si legge nei vari articoli che prevale l’interesse pubblico.

Nell’ordinanza si legge: sulla base di un bilanciamento di tutti gli interessi in conflitto ed alla luce di una valutazione comparativa degli effetti scaturenti dall’esecuzione dell’appellata sentenza…

Ma qual è l’interesse tutelato e, soprattutto, chi decide qual è l’interesse da tutelare? In sostanza, un organo di garanzia, di certezza del diritto, anziché applicare la legge, fa politica. Che confusione!

Il Miur che, pur ormai agli occhi di tutti che la selezione non ha selezionato bene, si vanta dell’ingiustizia perpetrata. Il Ministro che riconosce il sacrificio dei vincitori. Ciò sarebbe legittimo se la selezione fosse stata veramente efficace a premiare chi ha fatto più sacrifici.

Sono ormai a conoscenza di tutti i risultati, e cioè che alcune commissioni hanno promosso il 10% e altre hanno bocciato il 10% con riferimento a un concorso che doveva essere nazionale, con griglia di valutazione comune. Qualcosa non ha funzionato. Quindi, magari, tra i vincitori c’è chi, per fortuna è capitato con una commissione più espansiva e chi, invece, è capitato con una commissione più restrittiva. Ciò significa pure che, magari, anche tra i non vincitori ci sono persone che hanno fatto gli stessi sacrifici. In fondo, siamo colleghi, ci conosciamo, ci siamo sentiti fino al giorno precedente la pubblicazione dei risultati, sapevamo tra di noi chi aveva lavorato bene e chi non ci credeva. Poi, dopo la pubblicazione, la realtà rovesciata rispetto ad ogni immaginario. Sembra il ministro dei vincitori, dovrebbe essere il ministro di tutti e, soprattutto, della legalità, rappresentando lo Stato italiano.

Organizzazioni sindacali e di categoria che fanno politica, battendosi per portare avanti l’interesse a concludere la procedura perché le scuole sono senza dirigenti. Ma chi è al di sopra del principio di giustizia? Anche il giudice, se commette un reato, è soggetto alla legge. Con riferimento al concorso DS tutto è, invece, possibile. Si tratta a tavolino, come dire..tarallucci e vino!!

Se l’esigenza è dare un dirigente a ogni scuola basta fare una graduatoria provvisoria, tra chi ha più titoli, ma non si può accettare ciò, se c’è selezione deve essere corretta. Sono le nozioni basilari che abbiamo studiato (art. 97 Cost. in primis).

Come si permettono tutti questi signori a bandire un concorso, con delle regole, disapplicarle e dire che c’è un interesse pubblico prevalente, chi sono loro per disapplicare il diritto?

Ma quali sono i valori di riferimento in tutto ciò? Che Italia è questa?

E’ come se si fosse a conoscenza di un reato ma conviene far finta di nulla e, anzi, fare elogi su vincitori e procedura per scoraggiare chi cerca di portare testimonianze. Tutto ciò non può avere come protagonista lo Stato, con un concorso prestigioso, nazionale. Non si può vedere ciò.

Come cittadino mi sento umiliato e scoraggiato, devo continuare a studiare lo stesso perché altrimenti perdo tutti i sacrifici fatti ma l’esperienza è così devastante che mi sembra surreale. Se tornassi indietro non farei nulla.

Purtroppo nessuno può capire se non è dentro questa situazione, non si tratta più di un concorso perso ma di assistere a come vanno le cose nel nostro Paese, è venuta a mancare la coscienza e la morale.

Spero si faccia qualcosa, mi dispiace vedere come hanno ridotto l’Italia.

Paolo Pille

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