Diventa sempre più intricata la situazione del concorso per dirigenti scolastici in via di ultimazione. L’Espresso ha riscontrato, infatti, nuove anomalie, mentre salgono le proteste dei candidati esclusi che chiedono di cancellare tutto e iniziare la procedura daccapo.
Secondo il settimanale, ci sarebbero i presupposti per due contestazioni principali: “violazione dell’anonimato e documenti informatici corrotti”.
Ma non solo: in una anticipazione on line, l’Espresso parla anche di “componenti di sottocommissioni che si dimettono; codici alfanumerici, creati per celare l’identità dei candidati, che diventano la chiave per capire presunte irregolarità”.
Con “un ministero, quello dell’Istruzione, che scarica la responsabilità sui commissari”, invece di ridimensionarsi, addirittura si allargherebbero “le anomalie del corso-concorso per dirigenti scolastici con un’indagine aperta dalla procura di Roma e una sentenza del Tribunale Amministrativo che potrebbe invalidare il 2 luglio la prova scritta”.
L’Espresso dice di avere “visionato decine di verbali ora analizzati e messi sotto la lente d’ingrandimento dei periti informatici”.
“Se inizialmente le anomalie sembravano essere commissari presenti in due posti contemporaneamente mentre erano impegnati nelle correzioni o un software inefficiente, adesso si fa sempre più vicina l’ipotesi che in alcuni casi si sapesse l’identità di chi doveva sostenere la prova. Colpa, forse, di una falla nell’organizzazione della selezione”.
Intanto, sempre l’Espresso ha avuto modo di sentire il numero uno del Miur, il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, secondo il quale non ci sarà alcuna “ricaduta politica. La scuola ha urgente bisogno di queste figure. Attendiamo con fiducia le decisioni dei magistrati”. E a questo proposito sottolinea “Non tocca a me vigilare”.
“Il mio auspicio – dice sempre Bussetti – è avere il prima possibile i dirigenti scolastici neoassunti in servizio. Ne abbiamo un grande bisogno, le scuole li stanno aspettando”.
Sembra che al Miur abbiano fatto notare che “ogni responsabilità sul regolare svolgimento del concorso era in capo alle commissioni”.
Ed è “analizzando i dati che si scopre che oltre il 60 per cento dei commissari si è dimesso, nonostante avesse dato la sua disponibilità a prendere parte alle correzioni”.
“Ora si attende il lavoro della magistratura che potrebbe bocciare la politica di reclutamento del ministro Marco Bussetti”.
Come già detto dalla Tecnica della Scuola, si tratterebbe di un fallimento per il Miur: “una catastrofe per la scuola italiana che si ritroverebbe a settembre con tremila dirigenti scolastici in meno. Nel frattempo, tramite Facebook, si annuncia un nuovo concorso e una sanatoria per gli insegnanti”, conclude il settimanale, la cui nuova “puntata” sul caso del concorso dei nuovi dirigenti scolastici verrà pubblicata il 16 giugno.
L’ultimo appello è partito da Trieste, il 14 giugno. “Trasparenza, equità di trattamento e rispetto dei principi costituzionali a giudizio, nell’interesse autentico del Paese”, hanno chiesto circa duecento docenti che hanno fatto ricorso per presunte irregolarità dopo essere stati esclusi, dopo le preselezioni, all’accesso al concorso per dirigenti scolastici.
Ma i candidati non si sono limitati alla denuncia pubblica: hanno inviato anche una lettera inviata al ministero dell’Istruzione.
Nella missiva, i candidati esclusi parlano di “una selezione opaca e irregolare” con tanti “concorrenti esclusi alle prove scritte o agli orali, come pure i concorrenti che sono finalmente approdati con successo al termine della procedura concorsuale: tutti noi dovremmo richiedere, alla luce di quanto accaduto, una verifica sul corretto e legittimo espletamento del concorso, che assicuri il diritto soggettivo di ciascun partecipante e contestualmente tuteli il supremo interesse della collettività, quello di avere, in ruoli così importanti e di prestigio, i dirigenti più preparati”.
“Noi ricorrenti abbiamo evidenziato molteplici anomalie e irregolarità e, secondo nostro diritto, abbiamo chiesto agli organi competenti di chiarire quanto riscontrato: dimissioni di commissari, scadenze disattese, fughe di notizie, proroghe strategiche, “ripescaggi” anomali, correzioni frettolose e disomogenee. A questo punto attendiamo gli esiti delle decisioni giudiziarie”.
Quella del 2 luglio, al Tar del Lazio, diventa sempre più una tappa fondamentale per chiarire quale piega prenderà l’intera vicenda.
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