Un appello al Capo del Governo, Matteo Renzi, perché intervenga “per porre fine alla situazione di caos diffuso” nei concorsi a dirigente scolastico. A chiederlo, il 9 febbraio, è stato Gregorio Iannaccone, presidente dell’Andis, l’Associazione nazionale dirigenti scolastici.
“La sconcertante vicenda del reclutamento dei dirigenti scolastici del nostro Paese, attraverso una procedura concorsuale il cui inizio sembra perdersi nella notte dei tempi e la conclusione appartenere alla fantascienza, è un esempio chiaro e palpabile – afferma – di come si sta pervicacemente distruggendo la scuola italiana. Per scriverne la storia ancora incompiuta dovremmo ripercorrerne l’infinito poema: dalle esclusione cervellotica degli aspiranti in alcune regioni, dai test preselettivi sbagliati, da certe nomine di commissari poco affidabili (come sta in più casi dimostrando la Magistratura), da sospensioni, reiterazione di prove, annullamenti, convocazioni, nomine, rinvii”.
Per il presidente dell’Andis quello che si è svolto è “un concorso che non si sta facendo mancare proprio niente, che ha collezionato il peggio, che sta rendendo poco credibile l’Amministrazione Scolastica e i suoi vari ministri che continuano a succedersi, con grande sconforto dei possibili nuovi dirigenti, del personale della scuola, dell’opinione pubblica. E’ per questo – spiega Iannaccone – che chiediamo un intervento diretto del Capo del Governo per porre fine a questa situazione di caos diffuso”.
Iannaccone si sofferma sulla “vicenda dei 350 neo dirigenti della Lombardia, che avevano lasciato le loro classi, salutato alunni e famiglie, colleghi e assessori, cercato nuova casa e immaginato di cambiare lavoro dal giorno successivo e alla fine rispediti a destinazione come merce avariata, rappresenta l’ultimo farsesco (ma per i diretti interessati, drammatico) epilogo. Se non si interverrà subito e con qualche idea chiara, si spegneranno definitivamente – conclude il rappresentante Andis – i residui entusiasmi che eroicamente sopravvivono e diventeranno gracide le voci dei bambini che cantano nelle scuole”.
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