Il prossimo 18 ottobre 8.736 docenti saranno impegnati nella prova scritta del concorso di ammisisone al “Corso-concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali.” (GU n.73 del 14-09-2018) ” al quale possono accedere 2.425 partecipanti.
E’ questa la formula ufficiale del “Concorso a preside” che per la prima volta, dopo la trafila della selezione delle cento domande a scelta multipla, chiama i fortunati selezionati, avendo superato la classifica di n.71 punti, ad una prova scritta che non corrisponde al tradizionale tema di concorso, come siamo stati da sempre abituali, ma li impegna ad una prova strutturata in cinque quesiti a risposta aperta e a due quesiti, in lingua europea, a risposta chiusa, sulle nove tematiche del bando del concorso.
I docenti partecipanti tutti figli della cultura del classico “tema”, ossia di un prodotto linguistico ben preciso, con la classica tripartizione di: incipit/sviluppo/conclusione, dovranno adesso affrontare una prova diversa e innovativa e per di più in 150 minuti e lo svolgimento avverrà utilizzando il computer.
Ora non tutti sono bravissimi e veloci nella battitura e la tensione del tempo che passa angoscia e sconvolge il candidato.
Alla luce delle verifiche di alcune esercitazioni svolte, si raccomanda ai candidati di: leggere attentamente i quesiti, evidenziare la parola “chiave”, il concetto, la domanda e rispondere in maniera diretta e precisa, spiegando brevemente il termine, la funzione, il compito ed essendo un concorso per Dirigente la risposta va indirizzata all’azione del Dirigente, leader formativo e guida della Comunità scolastica.
La sensibilità pedagogica del candidato si potrà evidenziare nell’uso di alcune espressioni formulate in maniera diversa dal libro di testo o dagli articoli della legge, ma rivelano la dimensione dell’educatore attento e sensibile che desidera il miglior bene per i propri studenti, la crescita in qualità dell’istituzione scolastica, lo sviluppo della professionalità dei docenti, il clima di cooperazione e di collaborazione con il Personale, l’attenzione e la disponibilità verso i Genitori, la collaborazione con gli Enti locali e il territorio e soprattutto il successo formativo degli studenti.
Nelle risposte ai quesiti non c’è spazio per le introduzioni e ancor meno per le conclusioni, non ci sono esemplificazioni di casi, ma rispondendo al quesito, dopo aver chiarito i termini, il concetto, il riferimento legislativo, si possono anche enucleare in forma puntata gli elementi o le fasi di sviluppo dell’azione del Dirigente nell’applicazione della norma.
I commissari dovrebbero evidenziare e registrare attraverso le risposte se c’è la stoffa del dirigente, il livello di competenza nella gestione della scuola (adesso ancora teorica, ma concreta e attuabile) e le espressioni che usa il candidato dovrebbero mettere in luce la chiara idea di scuola, di educazione, di formazione, di successo formativo, evidenziando uno stile ed una sensibilità dirigenziale che è unica, personale e originale.
Lo sforzo da mettere in atto in questi ultimi venti giorni di preparazione è quello di focalizzare concetti e idee, metterli per iscritto in forma sintetica, essenziale e completa, e affrontare la prova con serenità nella consapevolezza di aver approfondito le nove tematiche del concorso dalle quali saranno enucleati i cinque quesiti che la Commissione ministeriale sta già elaborando.
Si auspica che la formulazione del quesito sia chiara e ben definita nei confini della tematica e non sia generica e aperta, né tanto meno espresso nello stile “burocratese”.
La risposta ai quesiti dovrebbe essere quasi un “dialogo” con chi ha formulato la domanda ed il commissario che legge la risposta. Il candidato, inoltre, nell’operazione di rilettura e di verifica delle risposte date, sapendo dosare il tempo che prevede circa 20 minuti a domanda, dovrebbe chiedersi: “Chi legge comprende quello che ho scritto?”, “E’ chiara, e completa la mia risposta? “Ci sono i riferimenti normativi o pedagogici?”
Sono questi piccoli suggerimenti su come strutturare la risposta ai quesiti che, nella varietà delle tematiche, possono richiedere anche delle elencazioni puntate di compiti e azioni che il Dirigente esegue. L’uso del verbo che esplicita l’azione: “il Dirigente fa, esegue, coordina”, in sostituzione della formula giuridica: “Il Dirigente deve”, rivela una piena condivisione e consapevolezza della funzione del Dirigente che guida e coordina la scuola nell’esercizio della leadership educativa.
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DEL CONCORSO PER DIRIGENTI SCOLASTICI
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