Ministro Bussetti,
chi sono non è importante, sono semplicemente una cittadina italiana. Le dico anticipatamente che la mia è una lettera di sfogo, o meglio, di disappunto. L’idea di scriverle è scaturita dalla lettura di un suo intervento su un social network in riferimento alla sospensiva concessa dal Consiglio di Stato all’annullamento del concorso per DS del TAR Lazio.
Tralascio la trascuratezza nell’uso del congiuntivo, perché nel post è la cosa meno grave, ma non posso rimanere indifferente al suo contenuto, a mio avviso, inopportuno, per lo meno per il ruolo che lei attualmente riveste.
Per chiarezza nei confronti suoi e di chi legge riporto integralmente il testo del post: “Bene la sospensiva del Consiglio di Stato. Procederemo ora senza indugio con la pubblicazione della graduatoria e le assunzioni. So quanto hanno studiato i vincitori. Ci sono passato: ho fatto anche io questo concorso anni fa. La scuola italiana non può aspettare, ha bisogno di nuovi dirigenti scolastici per guidare i nostri istituti e superare il fenomeno dannoso delle reggenze. Glieli daremo.”
Mi consenta di sottolineare che esultare per una sospensiva, che sappiamo bene essere cosa ben diversa da una sentenza a favore, appare inopportuna, soprattutto perché l’annullamento del TAR si basa su pesanti negligenze sulla vigilanza in merito alla regolarità delle procedure concorsuali, in particolare la composizione delle commissioni, che sappiamo a chi competano.
Anche dichiarare che si procederà “ora senza indugio” stride con la realtà dei fatti. Non mi pare che qualcosa o qualcuno abbiano rallentato in alcun modo il percorso concorsuale che è andato avanti come un treno incurante degli eventi fin dall’inizio. Sentirle riconoscere lo studio solo di chi ha superato tutte le prove è la parte più dolorosa perché esclude ingiustificatamente tutti quei concorrenti stoppati per diversi motivi (tralascio i dettagli, nella consapevolezza che nel nostro Paese ciò che non si può dimostrare equivale a “non è mai accaduto”).
Le rammento, semmai le fosse sfuggito, che nessuno dei candidati ha partecipato al concorso perché non avesse altro di importante da fare. Si ricordi, inoltre, che dietro il nome e cognome di ciascun di essi c’è una persona, ci sono sacrifici, rinunce e lacrime (di dolore o di gioia, ma non cambia). Non voglio certamente impedirle di esprimere i suoi pensieri, ma per il futuro le suggerisco una maggiore sensibilità nei confronti dei cittadini in generale.
Sul richiamo al suo passato concorsuale sorvolerei, perché francamente non costituisce un argomento di mio interesse. Mi soffermo, invece, sulla sua affermazione in merito ad una scuola che “non può aspettare”. Sono anni che la scuola aspetta e chiede soluzioni alle reggenze e la cosa vi ha lasciati indifferenti e “sordi”! Le dice niente il gruppo dei ricorrenti 2011 ignorati e ”beffati” da un’inspiegabile dimenticanza normativa?Avrebbero potuto tamponare almeno in parte la situazione degli ultimi anni, ma nessuno se ne è occupato realmente. Per cortesia, non continuate a ripetere che la scuola ha bisogno di nuovi dirigenti perché poi non si spiega l’ennesima graduatoria numericamente esigua che vi apprestate ad emanare, già destinata ad esaurirsi in brevissimo tempo ricreando il problema delle reggenze.
La sua frase conclusiva poi…sembra un grido di vittoria. Mi perdoni, ma in questa disgustosa e grottesca vicenda non vedo alcun vincitore, solo un’intera Italia sconfitta.
Maria Elena Cazzetta
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