Il TAR per il Lazio, come si prevedeva, con sentenza n.6233/2019, ha annullato in toto la procedura del Concorso dirigenti scolastici statali in corso di svolgimento, censurando l’operato della commissione plenaria con riferimento alla seduta in cui sono stati fissati i criteri di valutazione.
Un esito preannunciato che piomba come un macigno sulla possibilità di un regolare avvio del prossimo anno scolastico e su migliaia di dirigenti scolastici che per anni hanno diretto, con disponibilità ed abnegazione, quasi il 30% delle scuole statali, supplendo, con l’istituto della reggenza, all’inefficienza della pubblica amministrazione e dei governi.
Se il Consiglio di Stato, che auspichiamo sia prontamente interpellato dal Ministero dell’Istruzione, non individuerà un’equa soluzione alla situazione, oltre 3000 scuole statali non avranno il prossimo settembre un dirigente scolastico titolare e altre 3000 se ne troveranno uno a mezzo tempo: una scena tragica con dimensioni pesantissime che si ripete da anni, così come da decenni si ripetono concorsi per dirigenti scolastici con procedure sempre più centralizzate, nessuno dei quali è mai giunto a buon fine senza ricorsi, rinvii, revisioni e estenuanti prolungamenti.
Assieme a tutti i dirigenti scolastici statali in servizio, chiediamo alle istituzioni politiche, di giustizia amministrativa e di governo di mettere in atto con urgenza, ciascuna secondo la propria responsabilità, ogni possibile soluzione alla gravissima situazione che si è venuta a creare per dare ad ogni scuola un dirigente a pieno titolo per il regolare avvio del prossimo anno scolastico ed evitare l’umiliazione di tutti i candidati che hanno percorso la lunga corsa ad ostacoli di un concorso uscito in ritardo, modificato in corso di svolgimento e non ancora terminato.
Lo chiediamo soprattutto perché tutte le forze istituzionali in causa ridiano in questo modo quella dignità e fiducia che oggi purtroppo i cittadini faticano ad attribuire allo stato di diritto.
Un epilogo, quello a cui si giunti ora, che rimette al centro la necessità di ripensare le forme di reclutamento dei dirigenti scolastici guardando alle procedure utilizzate in altri paesi europei che valorizzino l’autonomia giuridica e la capacità di autodeterminazione delle singole istituzioni scolastiche.
DiSAL
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