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Concorso dirigenti sì, ma a posti zero?

Il testo definitivo della stessa non lascia dubbi al proposito: “Per garantire un processo di continuità didattica nell’ambito dello stesso ciclo di istruzione, a decorrere dall’anno scolastico 2011–2012la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado sono aggregate in istituti comprensivi, con la conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche autonome costituite separatamente da direzioni didattiche e scuole secondarie di I grado; gli istituti compresivi per acquisire l’autonomia devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche. Alle istituzioni scolastiche autonome costituite con un numero di alunni inferiore a 500 unità, ridotto fino a 300 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche, non possono essere assegnati dirigenti scolastici con incarico a tempo indeterminato. Le stesse sono conferite in reggenza a dirigenti scolastici con incarico su altre istituzioni scolastiche autonome.” 

 
A parte la nobile motivazione dichiarata, “garantire un processo di continuità didattica nell’ambito dello stesso ciclo di istruzione” (!), è evidente la volontà di ridimensionare il volume delle presidenze, oltre che quello di precarizzare il ruolo, con incarichi a tempo determinato.
A tal proposito interviene Rino Di Meglio, coordinatore nazionale Gilda, con una terribile profezia: "Gli accorpamenti dei plessi previsti dalla manovra provocheranno la scomparsa di 3.000 sedi di dirigenza, a cui si aggiungono molti altri aspetti fortemente negativi, fra i quali un ulteriore anno di blocco del contratto che – sottolinea il coordinatore nazionale – non viene rinnovato da ben sei anni, con un taglio degli stipendi che, progressivamente, ha raggiunto il 15%".

In sostanza 3.000 presidenze si perderanno, mentre il concorso verrà bandito per circa 2.300 posti.
Nasce, subdolo, un pensiero maligno: sic stantibus rebus , il nuovo concorso sarà a posti zero? Finirà come per i vecchi concorsi a cattedra, quando si concorreva per posti inesistenti e poi ci si metteva in graduatoria in attesa della provvidenza divina? Nei prossimi mesi avremo risposte più chiare. Non resta che augurare buono studio a tutti i fortunati, pardon sfortunati aspiranti.

Silvana La Porta

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