Concorso dirigenti, tra le anomalie spunta l’ipotesi dei commissari sindacalizzati
Si fa sempre più minacciosa la spada di Damocle che pende sul concorso per selezione 2.386 nuovi dirigenti scolastici. I motivi che mettono a repentaglio la validità del concorso sono sempre gli stessi. In primis i limiti delle procedure adottate dal Miur, o meglio dal Formez, cui il ministero dell’Istruzione si era affidato, in occasione delle procedure di pre-selezione adottate lo scorso mese di ottobre. Ma ora spunta anche un altro “bug”: quello relativo alla presenza tra i commissari del concorso di alcuni dirigenti appartenente ad importanti sindacati nazionali di categoria. Si tratta di una eventualità che, se dimostrata, potrebbe far diventare ancora più problematico il mantenimento in vita del concorso e dei suoi vincitori.
A formulare le contestazioni è ancora una volta l’Anief, il sindacato degli educatori in formazione, che ha mosso dei rilievi formali contro l’organizzazione concorsuale ancora prima del suo avvio (ricorrendo al giudice, peraltro con successo, già la scorsa estate per opporsi contro l’esclusione dei docenti in ruolo da meno di cinque anni ma che vantavano comunque lunghi periodi di supplenze). Stavolta, a concorso quasi terminato, almeno in alcune regioni, l’organizzazione di Marcello Pacifico chiede pubblicamente l’avvio di un “atto ispettivo sulla presunta nomina nel Lazio di dirigenti sindacali di Cisl e Anp che si era costituita ad opponendum per salvare il concorso, contro la normativa vigente”.
In base a quanto risulta all’Anief, la presenza nelle commissioni d’esame di alcuni dirigenti che fanno sindacato sarebbe molto grave. Per spazzare via queste voci, il sindacato autonomo chiede quindi al ministro Profumo di “verificare se dei dirigenti sindacali siano stati nominati membri delle commissioni di esame del concorso contro la normativa vigente”.
Con l’occasione, l’Anief denuncia anche di essere venuta a conoscenza di altre anomalia. Che, sempre se accertata, comporterebbe conseguenze clamorose. In particolare, il sindacato chiede sempre al Ministro di verifiche “se all’atto della verifica dei test pre-selettivi i codici dei candidati possano essere scambiati da Formez nel giro di 24 ore in violazione di procedure che ne richiedono la non modificabilità, pena la contestazione di tutti i codici attribuiti”.
Secondo Marcello Pacifico è terminato il tempo degli indugi. Mentre “è giunto il momento di dire basta a una procedura indegna di un paese civile che non può selezionare i suoi dirigenti su quesiti palesemente sbagliati né permettersi procedure poco trasparenti che travolgono le istituzioni. Bisogna annullare tutto e garantire l’imparzialità della pubblica amministrazione nella selezione del personale e nella valutazione del merito dei candidati. Basterebbe avere un po’ di buon senso per non passare sempre – conclude il presidente Anief – dalle aule parlamentari o giudiziarie”.
Senza entrare nel merito, un invito simile a quello del sindacato autonomo è stato formulato anche dall’on. Tonino Russo (Pd). Secondo cui il Ministero dovrebbe intervenire “al più presto per fare chiarezza sulle gravissime irregolarità del concorso per dirigente scolastico. Ho presentato – dice Russo – un’interrogazione al Ministro Profumo per chiedere quali iniziative intenda adottare qualora il Tar del Lazio riterrà, come ampiamente prevedibile, irregolare l’intera procedura per la selezione dei futuri dirigenti scolastici”. Secondo il parlamentare, eletto in Sicilia, appare ormai sempre più “evidente come il concorso gestito dalla Formez S.P.A. sia stato viziato da una serie di incredibili errori che dovrebbero condurre al suo immediato annullamento. È fondamentale – conclude il parlamentare Pd – che il Ministro trovi al più presto una via d’uscita che chiuda questo brutto pasticcio”.
Profumo, tra l’altro è atteso anche da un’altra grana. Con al centro sempre dei dirigenti scolastici. “Ho portato in Aula con un`interrogazione – ha dichiarato il 5 giugno Fabio Granata, vice coordinatore di Fli – la questione del procedimento per l’assegnazione degli incarichi dirigenziali nelle istituzioni scolastiche siciliane ricevendo una risposta non soddisfacente da parte del Governo“. Granata, rivendicando “legalità e trasparenza” pretende, quindi, “un`ispezione ministeriale immediata perché in Sicilia la scuola deve sempre essere al di sopra di ogni sospetto per quanto riguarda eventuali pratiche clientelari o illegalità. Tale azione dovrà chiarire la trattazione difforme di tante posizioni da parte della direzione regionale su uno scenario oggettivamente non trasparente che ha portato alla rettifica di 52 posizioni su 168 e a decisioni difformi sui ricorsi“.