Egregio Dott. Torrisi,
anzitutto grazie per la Sua partecipazione attiva e per la Sua lettera, non ritorno su quanto già detto, mi soffermo invece su due punti sostanziali del Suo cortese intervento, quando suggerisce a tutti gli attori della vicenda – Concorso DS 2017 – di assumere una posizione atarassica per evitare i danni di cui parla Laborit.
Non ho nulla da insegnare, meno che mai a chi come Lei ben conosce ciò che andrò a dire…
Sulla posizione atarassica che suggerisce mi permetto di esplicitarLe la mia visione : nel VI libro del De Rerum natura Lucrezio descrive la peste di Atene, e nel farlo nega sostanzialmente la possibilità dell’uomo di assurgere a quel concetto di atarassia epicurea dal quale pur era partito… non posso dunque che declinare il Suo invito alla posizione atarassica, questo concorso si insinuerà nella vita della scuola con la virulenza di un morbo e negli anni futuri ne scorgeremo le conseguenze.
Su Laborit condivido in toto il concetto di danno, mi soffermerei però anche sul suo concetto di fuga… quella fuga che, a dispetto delle condizioni avverse , resta per l’individuo la prima vera azione, quella che consente di compiere un salto evolutivo essenziale nel suo percorso di crescita.
Tanto premesso non teme che i fatti a noi tutti noti allontaneranno tanti individui dall’affezione alla Scuola?
“In tempi come questi la fuga è l’unico mezzo per mantenersi vivi e continuare a sognare”.
Sulle questioni di diritto – Concorso 2017 – convengo senza retorica alcuna, sarà la Magistratura ad esprimersi nei tempi e nei modi che riterrà opportuni.
Non cadrà l’oblio però su questa vicenda perché, aldilà dei circa 2500 ricorsi in attesa di giudizio del Tar o del Consiglio di Stato, c’è chi continuamente lancia provocazioni, e c’è la storia interna del Concorso 2017, a cui è stato abbattuto il piano superiore – quello del corso di formazione che avrebbe forse reso meno misera la prova scritta, basata di fatto solo sulla gestione ansiogena dei tempi ristretti piuttosto che sulla valutazione della reale capacità argomentativa dei candidati.
Nel ringraziarla per il suo intervento pacificatore concludo esprimendole la mia personale idea di scuola, ben lungi da quel concetto tecnico/aziendale così caro a taluni… la Scuola è anzitutto una vicenda umana, la Scuola si nutre di quel Principio Speranza di cui parlava Bloch, a Shakespeare che si chiedeva di quale materia fossero fatti i sogni, Bloch avrebbe risposto che la materia di cui sono fatti i sogni è appunto la speranza… La Scuola e’ il luogo della Speranza.
Tra le Speranze di chi ha scritto ci sarebbe stata quella di incontrare, nel mondo della scuola, equità e coerenza…
Attenderemo gli esiti della Giustizia, ma il silenzio potrà riguardare solo ed esclusivamente la vicenda giudiziaria, sul resto è un nostro diritto/ dovere esprimerci e/o replicare.
Mariarosaria Albano
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