A fermarsi ai freddi numeri generali, i candidati che hanno svolto le prove scritte del concorso docenti 2016 sono poco più di 125mila.
Il Miur ha infatti reso pubblici i dati ufficiali dei partecipanti: il 76,23% a fronte delle 165mila iscrizioni ultimate.
Più meno, dunque, chi è stato counvolto nella stesura degli otto quesiti scritti avrebbe il 50% di possibilità di farcela, visto che i posti che andranno ai vincitori sono oltre 63mila. Ma è proprio così? Per qualcuno, può darsi. In molti casi, però le percentuali di successo sono molto più basse.
“Tutto dipende dalle singole province e dalle diverse classi di concorso – ha scritto Il Corriere della Sera: per alcune vi sono molti più candidati che posti (è il caso della scuola primaria e dell’infanzia) per altre (sostegno ma anche matematica alle medie), scarseggiano i candidati, tanto che molti posti resteranno scoperti anche dopo il concorso”.
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“Non a caso – continua il quotidiano nazionale – il comunicato del ministero dell’Istruzione precisa che tra le prove più partecipate c’è proprio Matematica alle medie, Italiano e Spagnolo: tutte con un tasso del 96% . Mentre secondo Tecnica della Scuola per la primaria e l’infanzia il tasso di astensione si aggira fra il 30 e il 40 per cento”.
Morale: è davvero troppo semplicistico dire che un docente su due entro tre anni diventerà insegnante di ruolo. Proprio all’infanzia e alla primaria, le possibilità sono molte ma molte di meno.
Soprattutto nelle province del Sud Italia, dove per alcune unità o decine di posti si sono presentati (quasi tutte aspiranti docenti donne) centinaia e centinaia di candidati. Ecco perché fermarsi ai freddi numeri generali potrebbe creare facili entusiasmi, non sempre però corrispondenti al vero.
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