Anche il Consiglio superiore della pubblica istruzione reputa troppo nozionistiche le prove del concorso per 63.712 docenti.
L’appunto è contenuto nel documento di parere, non vincolante, emesso il 27 gennaio e pubblicato da poche ore, sulle procedure concorsuali in via di pubblicazione definitiva.
Per il Cspi “emerge un prevalente aspetto nozionistico delle prove, anche scritte, che andrebbero riequilibrate, a favore di competenze didattiche, metodologiche, relazionali richieste ad un docente”.
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Sempre il Cspi, rileva che “nella prova orale (art. 7) appare eccessiva l’insistenza sugli aspetti disciplinari (“scelte contenutistiche”, “contenuti della lezione”, “padronanza delle discipline stesse”) tenuto che gli aspiranti, nella stragrande maggioranza, sono docenti laureati e abilitati nella specifica classe di concorso”. Pertanto, “risulta inappropriata, in questo senso, nel testo, la locuzione ‘capacità di trasmissione’”.
Vale la pena ricordare che solo pochi giorni fa, una critica molto simile, era stata mossa da alcuni componenti del Partito democratico, che hanno chiesto pubblici chiarimenti al Miur, sostenendo che “tra gli argomenti oggetto di valutazione del prossimo concorso vi debbano essere i contenuti metodologici e pedagogici, e non certamente la valutazione delle conoscenze nozionistiche”.
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