Alla fine il 2017 non vedrà nessun bando di concorso docenti: infatti, dopo l’incontro l’incontro del 19 dicembre 2017 richiesto da ADI, Link e FLC CGIL, sulle tematiche del nuovo sistema di reclutamento, è emersa la tempistica del bando per abilitati, che non vedrà la luce prima di gennaio. Ci sarà da attendere anche per il bando riservato ai non abilitati, che uscirà forse a ridosso dell’estate. Riportiamo il resoconto della Flc Cgil:
Proprio partire dai 24 CFU sono state segnalate numerose incongruenze nell’operato degli Atenei e delle istituzioni AFAM rispetto alle previsioni contenute nel decreto 616/17 e nelle linee guida del MIUR. I dirigenti del ministero hanno confermato l’impegno dell’amministrazione a svolgere un’azione di controllo e diffida verso quei soggetti, telematici e non, che si presentano come accreditati all’organizzazione di precorsi e certificazioni valide, pur non avendone i titoli. Rispetto all’applicazione delle norme nelle Università statali i dirigenti del MIUR hanno sottolineato l’autonomia dei singoli Atenei nella predisposizione dell’offerta didattica, per questo il MIUR prevede di organizzare un nuovo confronto con la Conferenza dei Rettori all’inizio del nuovo anno.
La tempistica dei prossimi concorsi dovrebbe vedere l’uscita del primo bando, quello relativo al concorso riservato al personale abilitato, ai primi di gennaio. I bandi del concorso del FIT ordinario e di quello riservato a chi ha 3 anni si servizio dovrebbero uscire in contemporanea, con un iter più lungo (all’incirca 8-9 mesi a partire da gennaio). Il Ministero ha assicurato che ci sarà il confronto con le parti sociali, e che la tempistica sarà tale da garantire l’accesso al concorso a coloro che in questo anno accademico stanno acquisendo i requisiti per concorrere.
Per quanto riguarda i dottori di ricerca, il MIUR ha ribadito l’orientamento volto alla non equiparazione del dottorato di ricerca alla specializzazione per l’insegnamento, data la natura eterogenea dei due percorsi sul piano formativo e delle competenze acquisite.
A fronte delle numerose richieste sui requisiti di accesso al concorso riservato a chi ha tre anni di servizio sono state fornite poche indicazioni: confermato il calcolo dei tre anni secondo le previsioni del TU della scuola (180 gg per anno scolastico, o servizio continuativo dal 1 febbraio agli scrutini finali); è stato confermato che in linea di massima il servizio svolto presso le scuole paritarie dovrebbe essere considerato valido.
Sui posti messi a bando non sono state fornite indicazioni precise; rimane il riferimento citato nell’audizione di inizio anno scolastico della Ministra Fedeli, che però contiene dati sintetici e non suddivisi per classi di concorso e regioni.
Su questo punto è stata quindi ribadita la necessità di dati analitici, che l’amministrazione si è riservata di fornire in un prossimo incontro con le organizzazioni sindacali, probabilmente intorno ai primi di gennaio.
Sul concorso riservato agli abilitati non è emerso un quadro rassicurante rispetto all’obiettivo di garantire le assunzioni dei docenti precari che oggi lavorano nelle varie graduatorie provinciali e d’istituto. Difatti l’apertura del concorso al personale di ruolo (conseguente alla sentenza della Consulta) prefigura una partecipazione dei docenti già assunti a tempo indeterminato che in alcune regioni meridionali potrebbe assumere dimensioni rilevanti.
Sul fronte delle condizioni lavorative degli specializzandi FIT è stato posto il tema di una definizione contrattuale delle condizioni retributive e lavorative di questa tipologia di lavoratori in formazione. L’amministrazione ha confermato la propria volontà di percorrere pienamente questa strada, con il coinvolgimento di tutti i sindacati rappresentativi che in questi giorni siedono all’ARAN per il confronto sul Contratto nazionale.
Sul tema della retribuzione il MIUR ha confermato la stima degli importi previsti dai tecnici del Senato di 400 euro mensili per il primo anno, in quanto, contrariamente a quanto da noi auspicato, le risorse contenute nel DLgs 59/17 non vedono nuovi incrementi in legge di bilancio. Importanti segnali di apertura sono stati espressi invece sul fronte della compatibilità tra il percorso del FIT e l’impegno lavorativo, in primis nella scuola.
Rispetto alla richiesta di una rappresentanza degli specializzandi, degli studenti e delle parti sociali in seno alla Conferenza Nazionale per la formazione iniziale e l’accesso alla professione docente è stato espresso dall’amministrazione un orientamento favorevole ad una composizione istituzionale dell’organismo, senza rappresentanti dei sindacati o delle associazioni. Tale linea non è stata condivisa dai rappresentanti delle organizzazioni presenti all’incontro.
Complessivamente apprezziamo l’impegno del Ministero su temi quali i 24 CFU, la tempistica dei concorsi, la disponibilità al confronto sul contratto degli specializzandi, anche se chiediamo un intervento più tempestivo e incisivo volto alla corretta applicazione del DM 610/17 da parte delle Università e delle istituzioni AFAM. Sul fronte delle risorse per la retribuzione, della diffusione dei dati sullo stato attuale del reclutamento e su una futura risoluzione del problema del precariato della scuola, pur riconoscendo che fattori esterni come la sentenza della Consulta intervengono sulla materia, non possiamo che esprimere la nostra più viva preoccupazione.
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