Nei giorni scorsi il Ministro ha parlato anche del prossimo concorso docenti 2019, anche se non ha fornito indicazioni precise in merito alla procedura per la scuola secondaria, soprattutto per quanto riguarda la tempistica. L’unica certezza sembrerebbe, come evidenziato in precedenza, che il bando dovrebbe arrivare entro il 2019, forse già a settembre.
Nel frattempo da settimane arrivano quesiti in redazione per capire come funzionerà il prossimo concorso scuola secondaria e come accedervi, oltre al fatto di voler comprendere cosa poter insegnare con i propri titoli. In questo articolo proviamo a ricapitolare il tutto.
Prima di tutto, bisogna dire che i titoli di accesso all’insegnamento costituiscono il requisito base per accedere nella scuola italiana.
Nell’ordinamento scolastico non è consentito l’accesso all’insegnamento con la laurea di primo livello; è necessario, infatti, conseguire una laurea di secondo livello (specialistica o magistrale).
Risulta evidente che in base al titolo di studio l’aspirante docente può insegnare una disciplina oppure un’altra. Come fare per capirlo?
A tal proposito, la Cisl Scuola ha messo a disposizione un utile documento che mette in corrispondenza le classi di concorso con gli indirizzo di studio nella scuola secondaria.
Ad esempio: “Cosa posso insegnare con la laurea la cui classe di concorso è A12?” Con questo codice ci si riferisce all‘insegnamento delle materie letterarie negli istituti di istruzione secondaria di II grado. Con tale titolo è possibile insegnare nei licei artistici, classici, linguistici, scientifici, musicali, scienze umane, ecc….
Prima di tutto bisogna ricordare che dal prossimo concorso scuola secondaria 2019, potranno partecipare tutti i laureati i candidati in possesso della laurea magistrale ma privi di abilitazione. A questo requisito, tuttavia, deve essere aggiunto il possesso dei 24 CFU, ovvero crediti formativi universitari nelle “discipline antropo-psico-pedagogiche e metodologie e tecnologie didattiche”, che restano requisito d’accesso come previsto dal Decreto Legislativo n. 59/2017.
Per quanto riguarda i posti banditi per il sostegno, oltre ad i requisiti dei posti comuni, sarà necessario avere la specializzazione sul sostegno.
La riforma del reclutamento, ricordiamo, prevede che al concorso docenti 2019 possano partecipare i candidati con almeno tre anni di servizio negli ultimi otto. A questa categoria, tuttavia, è riservata una quota pari al 10% del totale.
Non solo: è stato approvato dall’XI Commissione lavoro del Senato un emendamento al decreto di conversione di “quota 100” teso a valorizzare l’esperienza e titoli di servizio nel prossimo concorso della scuola secondaria.
Ciò vuol dire che al prossimo concorso scuola scondaria 2019 debba essere attribuito ai titoli il 40%del punteggio finale e, all’interno di questa quota, che la metà sia riconosciuta al servizio. Nella pratica, ciò si traduce che nelle graduatorie di merito del concorso fino a 20 punti su un totale di 100, potranno andare ai titoli di servizio.
Tali precari, sono esonerati dal conseguimento dei 24 CFU.
Al concorso scuola secondaria, potranno accedere con il solo requisito del diploma: “gli insegnanti tecnico-pratici sino al 2024/2025 potranno partecipare alle procedure concorsuali con il solo titolo di studio del diploma e senza l’obbligo del conseguimento dei 24 CFU.
In seguito, dopo l’anno scolastico 2024/2025, se non dovesse intervenire alcuna modifica, per gli ITP che vogliono partecipare al concorso sarà richiesta la laurea oppure un diploma dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica di primo livello, o in alternativa, un titolo equipollente o equiparato, in coerenza con le classi di concorso vigenti al momento dell’indizione del concorso, oltre ad i 24 CFU nelle “discipline antropo-psico-pedagogiche e metodologie e tecnologie didattiche”.
La riforma del reclutamento prevede la possibilità di concorrere in un’unica regione e per una sola classe di concorso “distintamente” per il primo e secondo grado e per i posti di sostegno.
Si formerà una graduatoria di vincitori che avrà valenza biennale, così come sarà biennale l’indizione delle procedure concorsuali.
Una volta vinto il concorso scuola secondaria 2019, il docente inizierà un “percorso annuale di formazione iniziale e prova“. Questo percorso sarà quindi annuale, cioè una volta vinto il concorso, il docente dovrà frequentare questo anno di “transizione” alla cattedra definitiva. Prima però sarà necessaria una valutazione finale.
Pertanto, è stato abolito il sistema di formazione iniziale adottato dal decreto Legislativo n. 59/2017, in merito ai tre anni di formazione iniziale e tirocinio che i vincitori di concorso dovevano sostenere prima di entrare in ruolo.
Un volta superato l’anno e confermato in ruolo, il docente vincitore di concorso dovrà restare altri quattro anni nella stessa scuola in cui ha superato l’annualità di formazione e prova, per un totale di cinque anni di blocco sulla stessa sede.
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