Alcune indicazioni in seguito all’intervento del ministro Bussetti a Tg3 Fuori tg su RaiTre. Il Ministro ha parlato anche dei concorsi docenti 2019, ricordando che alcuni sono già partiti, alludendo al concorso straordinario infanzia e primaria, mentre altri partiranno a breve. Per il concorso scuola secondaria? E’ probabile, a questo punto, che il bando non arriverà prima di settembre, se non addirittura oltre. Comunque, entro l’anno 2019, come previsto dalla legge di bilancio e come altre volte sottolineato dallo steso Bussetti.
Durante il suo intervento, il Ministro ha parlato proprio dei tempi delle prossime procedure, che saranno lunghe: Un nuovo concorso “è all’interno della nostra finanziaria, lo abbiamo già previsto, avvieremo nuove procedure concorsuali” aperte a tutti coloro che hanno il titolo di accesso, riporta Bussetti, ma “i tempi per i concorsi sono molto più lunghi, ma inizieremo a farlo”.
Questo significa, a scanso di equivoci e per chiarire un aspetto molto richiesto dai nostri lettori, che il concorso sarà bandito entro il 2019 e le assunzioni dei vincitori però saranno effettuate a settembre 2020.
La legge di bilancio 2019 ha previsto infatti alcune modifiche al reclutamento dei docenti, andando ad abolire il percorso triennale FIT previsto dal decreto legislativo 59/2017.
Prima di tutto bisogna ricordare che dal prossimo concorso scuola secondaria, potranno partecipare tutti i laureati i candidati in possesso della laurea magistrale ma privi di abilitazione. A questo requisito, tuttavia, deve essere aggiunto il possesso dei 24 CFU, ovvero crediti formativi universitari nelle “discipline antropo-psico-pedagogiche e metodologie e tecnologie didattiche”, che restano requisito d’accesso come previsto dal Decreto Legislativo n. 59/2017.
Per quanto riguarda i posti banditi per il sostegno, oltre ad i requisiti dei posti comuni, sarà necessario avere la specializzazione sul sostegno.
La riforma del reclutamento, ricordiamo, prevede che al concorso docenti 2019 possano partecipare i candidati con almeno tre anni di servizio negli ultimi otto. A questa categoria, tuttavia, è riservata una quota pari al 10% del totale.
Non solo: è stato approvato dall’XI Commissione lavoro del Senato un emendamento al decreto di conversione di “quota 100” teso a valorizzare l’esperienza e titoli di servizio nel prossimo concorso della scuola secondaria.
Ciò vuol dire che al prossimo concorso scuola scondaria 2019 debba essere attribuito ai titoli il 40%del punteggio finale e, all’interno di questa quota, che la metà sia riconosciuta al servizio. Nella pratica, ciò si traduce che nelle graduatorie di merito del concorso fino a 20 punti su un totale di 100, potranno andare ai titoli di servizio.
Tali precari, sono esonerati dal conseguimento dei 24 CFU.
Al concorso scuola secondaria, potranno accedere con il solo requisito del diploma: “gli insegnanti tecnico-pratici sino al 2024/2025 potranno partecipare alle procedure concorsuali con il solo titolo di studio del diploma e senza l’obbligo del conseguimento dei 24 CFU.
In seguito, dopo l’anno scolastico 2024/2025, se non dovesse intervenire alcuna modifica, per gli ITP che vogliono partecipare al concorso sarà richiesta la laurea oppure un diploma dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica di primo livello, o in alternativa, un titolo equipollente o equiparato, in coerenza con le classi di concorso vigenti al momento dell’indizione del concorso, oltre ad i 24 CFU nelle “discipline antropo-psico-pedagogiche e metodologie e tecnologie didattiche”.
La riforma del reclutamento prevede la possibilità di concorrere in un’unica regione e per una sola classe di concorso “distintamente” per il primo e secondo grado e per i posti di sostegno.
Si formerà una graduatoria di vincitori che avrà valenza biennale, così come sarà biennale l’indizione delle procedure concorsuali.
Una volta vinto il concorso, il docente inizierà un “percorso annuale di formazione iniziale e prova“. Questo percorso sarà quindi annuale, cioè una volta vinto il concorso, il docente dovrà frequentare questo anno di “transizione” alla cattedra definitiva. Prima però sarà necessaria una valutazione finale.
Pertanto, è stato abolito il sistema di formazione iniziale adottato dal decreto Legislativo n. 59/2017, in merito ai tre anni di formazione iniziale e tirocinio che i vincitori di concorso dovevano sostenere prima di entrare in ruolo.
Un volta superato l’anno e confermato in ruolo, il docente vincitore di concorso dovrà restare altri quattro anni nella stessa scuola in cui ha superato l’annualità di formazione e prova, per un totale di cinque anni di blocco sulla stessa sede.
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