Il prossimo concorso Pnrr è ormai alle porte, a breve è atteso il bando che riguarda migliaia di persone. Ma quali criticità sono emerse dal primo bando del concorso a cattedra del PNRR che potrebbero ripetersi pure nel concorso bis? A rispondere, nel corso della diretta dello scorso 18 ottobre 2024, l’esperto di normativa scolastica Lucio Ficara:
“Sono maturi i tempi ed è prossimo il bando per questo secondo round di concorso ordinario perché diciamolo con chiarezza si tratta di un vero e proprio concorso ordinario con i fondi Pnrr e che ha avuto nella prima tornata delle criticità che sono emerse per le testimonianze dirette di chi lo ha fatto, di chi ha anche superato le prove perché ricordiamo che questo concorso nella prova scritta ha visto un’altissima percentuale, più del 70% dei docenti che ha fatto il primo concorso è passato dalla prova scritta alla prova o pratica o comunque quella orale per arrivare a superare completamente il concorso. Però qual è la criticità che è emersa e che si ripeterà con questo secondo concorso?”
“In primis che il concorso non è abilitante, dunque chi lo supera e chi riesce a superare la prova scritta, la prova pratica, la prova orale e termina il concorso, non riceverà l’abilitazione all’insegnamento. Chi procederà al concorso senza abilitazione dovrà poi, una volta risultato vincitore, fare il percorso abilitante dei 60 cfu o piuttosto che dei 30 cfu. Dunque il concorso in sé non è abilitante però è un concorso che consente di accedere con l’abilitazione, per cui ci saranno persone che già abilitate proveranno a concorrere per vincerlo e persone che invece non abilitate proveranno a concorrere per vincerlo, perché la seconda criticità è che chi non è vincitore non risulterà idoneo pur avendo superato le prove. Cioè non c’è il numero di idonei al concorso per aver superato le prove. O si è vincitori o si è vincitori, non c’è un’alternativa, non c’è un’idoneità e su questo ci sono tante critiche e proteste che hanno visto sindacati in prima linea a battagliare per rivendicare l’idoneità al concorso qualora si siano superate le prove e invece purtroppo il concorso non risulta con elenco degli idonei”.
“Questo deve essere chiaro, il concorso avrà solo una graduatoria di merito, solo i vincitori, dunque le due grandi criticità che sono emerse nel primo e che saranno una replica nel secondo sono la mancanza del valore abilitante per chi fa il concorso da non abilitato perché poi l’abilitazione se la dovrà pagare di tasca propria con i percorsi abilitanti, il continuo bandire concorsi perché i precedenti non hanno idonei (il primo concorso Pnrr non ha idonei e per cui se ne fa subito a ruota un altro e poi un altro ancora perché mancano gli idonei) e poi non è abilitante.
“Mi piace portare come esempio una testimonianza di un aspirante docente precario da anni e dunque con una certa esperienza, che ha svolto il concorso, ha preso anche un voto molto alto, è arrivato alla fine ad avere 230 punti complessivi perché ha fatto le prove con il massimo dei voti, 100 la prova scritta, 100 la prova orale, 30 punti di punteggio dei servizi pregressi e dei titoli, ebbene una persona con 230 punti non è stata tra i vincitori perché la metà dei posti di questi concorsi sono riservati e poi ci sono la riserva per i riservisti della legge 6899, c’è anche la riserva del 30% dei posti per i triennalisti, dunque si può arrivare all’assurdo di superare il concorso col punteggio massimo sia nella prova scritta che nella prova orale, non risultare vincitori, non risultare idonei e dover rifare il concorso perché non sei stato vincitore“.
“Bandire questi concorsi è importantissimo perché ci sono delle risorse economiche destinate dall’Europa col Pnrr che andrebbero persi altrimenti, cioè nell’arco dei tre concorsi, dunque di un biennio, si devono assumere 70.000 precari, un obiettivo che se mancato porterebbe una problematica nelle tasche dello Stato. Allora c’è un motivo di carattere economico e di carattere politico, per cui l’amministrazione e il ministero dell’Istruzione del Merito puntano a bandire questi concorsi per raggiungere quell’obiettivo, è una modalità transitoria, sembrerebbe che dopo questa fase transitoria si possa tornare a riequilibrare le procedure concorsuali ritornando al fatto quantomeno degli idonei se non addirittura delle abilitazioni perché il sistema di abilitazione, questi percorsi dei 60 cfu sono molto costosi e qualcosa dovrà essere pur fatto per disinnescare le forme di protesta che vengono avanzate in prima istanza da chi concorre ma con il seguito del mondo sindacale che su questo punto è unito, ci sono degli scioperi che vengono indetti dove c’è questo aspetto del precariato sempre crescente perché nonostante i concorsi siano reiterati ogni anno, noi abbiamo un problema di precariato in Italia gravissimo, cioè da un monitoraggio che andrà fatto durante quest’anno scolastico rischiamo di trovare dei numeri pazzeschi di personale utilizzato per le supplenze, si rischia di superare abbondantemente anche le 250.000 supplenze e il contatore degli incarichi e delle supplenze già sta girando tantissimo perché ne sono state fatte già circa un 170 180.000 nei primi bollettini ma si rischia di aggravare questo numero nel corso dei mesi siamo solo all’inizio dell’anno scolastico 2024-25″.
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