Docenti abilitati con anni di precariato chiedono giustizia.
Tanti insegnanti, pronti a sostenere la prova orale del concorso docenti abilitati, si sono uniti, in diversi gruppi Facebook, per far valere i propri diritti.
Transitorio per il Ruolo! Gruppo Comune e Coordinamento Nazionale TFA – area discussione, i due gruppi più importanti.
Il concorso docenti abilitati prevede una prova orale non selettiva e la costituzione, nelle varie regioni, di una graduatoria di merito per ogni classe di concorso/ambito e per il sostegno in base al punteggio della prova (max 40 punti) a cui si aggiunge quello di titoli e servizi (max 60 punti).
Il decreto n. 59 del 13 aprile 2017 che norma il reclutamento dei docenti nella scuola secondaria dal 2018, aveva previsto, infatti, una fase transitoria in cui le assunzioni saranno fatte attingendo da diverse graduatorie:
Via libera, dunque, a un concorso riservato a docenti già abilitati.
Gli insegnanti inclusi in queste graduatorie saranno individuati sul 100% dei posti rimasti liberi dopo le assunzioni dal concorso 2016 e dalle graduatorie da esaurimento sia nel 2018/2109 che nel 2019/2020.
Ancora, però, tutto ciò manca.
A La Tecnica della Scuola, interviene Paola Brandi, combattiva e tenace docente, che vuole far valere i propri diritti come quelli di tanti altri colleghi: “La questione del concorso transitorio è davvero grave e surreale”, afferma.
“Il concorso è stato bandito a febbraio. Ad aprile sono usciti i bandi per rintracciare i commissari e così in estate sono cominciati, a macchia di Leopardo, gli esami su tutto il territorio nazionale”.
“Però purtroppo le regioni “virtuose” che sono riuscite a completare le operazioni concorsuali sono solo il Piemonte, la Valle d’Aosta, parte del Veneto e parte della Lombardia”.
“Grazie ad una proroga del Miur al 31 dicembre abbiamo ottenuto che i posti fossero accantonati, ma permangono i ritardi relativi persino alle pubblicazioni delle graduatorie per le classi di concorso che hanno terminato gli orali luglio ad agosto e senza alcuna motivazione”, aggiunge.
L’obiettivo del Miur, infatti, con lo spostamento dal 31 agosto al 31 dicembre è chiaro: recuperare una parte di posti andati perduti nelle ultime assunzioni in ruolo, che ha visto meno posti assegnati anche a causa dei vari ritardi delle graduatorie regionali.
Infatti, ricordiamo che il contingente iniziale era di 57.322 posti utili alle immissioni in ruolo, ma ne sono stati effettivamente assegnati solo il 43,8%, quindi oltre 32.000 cattedre ancora da attribuire.
Però ci sono ancora ritardi e i docenti vogliono rispettati i propri diritti perché temono non verrà rispettata nemmeno la data del 31 dicembre: “Le associazioni si sono unite e hanno individuato dei delegati regionali per poter interloquire con gli uffici scolastici regionali avendo non poche difficoltà perché alcuni USR sono stati ostativi”.
“Per questo motivo e anche per fare in modo che si impedisca che i ricorrenti senza cautelare minino l’impianto stesso del ricorso ci siamo rivolti a un pool di legali indipendenti che stanno preparando delle diffide da inviare al Miur e a Usr inadempienti. Non ci fermeremo qui: siamo a pronti a chiedere risarcimento per mancata chance per milioni di euro”.
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