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Concorso docenti, ai commissari d’esame andrà una miseria: 209 euro lordi

I nuovi bandi di concorso per diventare docente non sono definitivi, ma già fioccano le critiche. Anche per la scarsa considerazione che si darà ai commissari d’esame.

A rilevarlo è stato il Consiglio superiore della pubblica istruzione, all’interno del documento di parere, non vincolante, sulle procedure concorsuali, emesso il 27 gennaio e pubblicato da poche ore: in particolare, nella penultima pagina del documento, la numero 10, apprendiamo che “in considerazione della necessità di garantire tempestività e qualità alla procedura concorsuale non appare coerente l’esiguità del compenso previsto per i commissari (209 euro lordi)”.

In termini pratici, quindi, ad un componente della commissione d’esame, che non ricoprirà il ruolo di presidente, andranno come compenso base appena poco più di 100 euro nette.

A cui, si potrebbe aggiungere qualcosa derivante dalla correzione delle prove. Ma sempre di esigua entità, che non farà di certo lievitare la cifra. Il compenso potrebbe invece lievitare (ma in tal caso anche le spese per il trasporto e per l’eventuale alloggio), qualora la sede d’esame fosse collocata a decine se non centinaia di chilometri lontani dalla scuola di titolarità del commissario stesso. Ma si tratterebbe di eccezioni o di casi residui. Alla maggioranza, secondo pure quanto rileva l’organismo della pubblica istruzione, saranno corrisposti dei compensi davvero esigui.

Tanto, aggiungiamo noi, che su alcune classi di concorso, con pochi docenti di ruolo, potrebbero subentrare dei problemi per reperire candidature a ricoprire il ruolo di commissario.

 

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I componenti del Cspi, sempre sullo stesso tema, hanno aggiunto che “per il buon andamento dei lavori, si ritiene, inoltre, debba essere considerata la opportunità di utilizzo a ‘tempo pieno’ dei mebri delle commissioni”.

Facendo così intendere che sarebbe opportuno, almeno, che i commissari si “sgancino” dall’attività didattica, per dedicarsi in toto a quella del controllo e della verifica delle competenze dei partecipanti alle prove d’esame del prossimo ‘concorsone’ pubblico. Come dire: visto che avranno poco più di un “gettone” figurativo, almeno si potrebbe pensare di esentarli per qualche settimana delle lezioni. Magari pensando di sostituirli con i docenti assunti con l’organico potenziato (anche se per costoro c’è il limite dei 10 giorni di supplenza massima).

In ogni caso, se necessario, si potrebbe pur sempre chiamare il supplente. Pur di salvaguardare la qualità del delicato lavoro che i commissari d’esame saranno chiamati a svolgere, su base volontaria.

 

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Alessandro Giuliani

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