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Concorso docenti, al via gli scritti tra polemiche e speranze: tutto quel che c’è da sapere

Mancano poche ore al via alle prove scritte del concorso docenti 2016: tra il 28 aprile e la fine di maggio saranno 93 le verifiche da svolgere.

Nel primo giorno, risultano 1.922 candidati ammessi alle prove per spartirsi in tutto 770 posti. Complessivamente, invece, sono 63.712 i posti in palio.

In media, ogni tre candidati uno si aggiudicherà il posto: sono 165.578, infatti, le domande presentate. La regione con più candidati ammessi è risultata la Campania (24.125), seguita da Lombardia (22.630), Sicilia (17.725) e Lazio (16.191).

Per arrivare al colloquio orale estivo, i candidati dovranno rispondere ad otto questi al computer entro 150 minuti: verteranno sulla materia di insegnamento e due saranno in lingua straniera (inglese, francese, tedesco o spagnolo, obbligatoriamente l’inglese per la primaria).

I primi sei quesiti saranno a risposta aperta (di carattere metodologico e non nozionistico), mentre i due in lingua prevedono la cosiddetta risposta “chiusa”, con il candidato dovrà dimostrare di avere un livello di competenza pari almeno al livello B2.

A parità di classe di concorso/tipo di posto tutte le prove avverranno in contemporanea su tutto il territorio nazionale. E in una stessa giornata, nella stessa aula, si potrebbero svolgere due differenti prove (per classi di concorso/tipo posto diversi), una nella mattinata e una nel pomeriggio.

Con una nota inviata agli Usr, il Miur ha fatto sapere che giorno della prova i candidati dovranno essere muniti di documento di riconoscimento, codice fiscale e copia della ricevuta di versamento dei diritti di segreteria (anche se è prevista la possibilità di regolarizzare il pagamento anche nei giorni immediatamente precedenti alla prima prova).

 

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I responsabili delle commissioni (anche se un alto numero non sono ancora al completo, sia per l’esiguo compenso, che tale rimarrà anche se raddoppiato, sia per il pericolo di passare l’estate ad esaminare candidati) è bene che sappiano che dovranno ammettere a sostenere la prova anche i candidati eventualmente muniti di ordinanze o di decreti cautelari dei giudici amministrativi loro favorevoli: al momento, tuttavia, risultano pochi i ricorrenti ammessi.

Mentre, la maggior parte (soprattutto i laureati non abilitati) rimangono appesi alla decisione del Tar del Lazio di fissare per il 19 maggio l’udienza in cui si pronuncerà sulle richieste di ammissione in via cautelare alle prove d’esame del concorso docenti 2016 poste da molti ricorrenti (in prevalenza laureati non abilitati) che hanno impugnato la loro esclusione. E anche se il ricorso dovesse essere accolto, corrisponderebbe ad una vittoria cosiddetta di Pirro.

Perché la maggior parte delle prove scritte per quella data saranno già state svolte: “con danno irreparabile per i diretti interessati”, ha fatto notare la leader della Cisl Scuola, Lena Gissi, perché un decreto monocratico non ha il potere di far ripetere le prove. Anche se c’è chi sostiene che “in caso di accoglimento, lo stesso Tar Lazio dovrà mutare il precedente orientamento negativo e ordinare all’Amministrazione la partecipazione di tutti gli esclusi”.

Detto, quindi, che la “partita” dei ricorsi rimane ancora aperta, il Miur ha poi fatto sapere che sono previste procedure (codici di controllo, buste cartacee internografate) per assicurare l’anonimato nella correzione dei compiti realizzati dai candidati.

In sede di prova scritta, i candidati non potranno portare con loro telefoni, smartphone, tablet o qualsiasi altro strumento idoneo alla trasmissione o conservazione di dati.

 

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Alessandro Giuliani

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