Come abbiamo scritto in precedenza, un resoconto della Uil Scuola dopo l’incontro fra sindacati e amministrazione, ha mostrato alcune posizioni in merito ai concorsi docenti. Con quello riservato agli abilitati che sta per entrare nel vivo, il pensiero è rivolto a quello per non abilitati, che segnerà l’avvio del FIT.
A tal proposito la Uil scuola ha fatto sapere che seguiranno molti incontri con il Miur per mettere a punto il regolamento.
Di sicuro ci sarà la cadenza biennale dell’indizione dei concorsi, oltre al fatto che saranno banditi su base regionale.
Ma un punto importante, da quanto emerge dal resoconto, risiede nel fatto che l’ammissione ai percorsi FIT sarà scaglionata in base al fabbisogno e ai posti disponibili. Infatti, questa potrebbe essere una risposta (al momento parziale) alla questione sollevata da molti, ovvero sul fatto di indire concorsi senza numero di posti in palio, con il rischio di affollare la lista dei vincitori che non riescono ad essere assunti in ruolo. Questa fornita dal sindacato UIL, potrebbe essere una primo step su cui ragionare, ma la necessità di chiarezza è ancora tanta su questo punto.
Per quanto riguarda invece il personale di ruolo, su questo punto sono previste specifiche attività formative finalizzate al conseguimento della “specializzazione” (ex abilitazione) utile ai fini della mobilità professionale.
Inoltre, la UIL Scuola, ha proposto che al concorso riservato al personale con 36 mesi di servizio, coerentemente con quanto già disposto per il concorso riservato ai docenti abilitati, debba poter partecipare anche il personale già di ruolo in possesso di titolo di studio specifico. E soprattutto, il sindacato di Pino Turi, vorrebbe che questi docenti venissero inseriti direttamente al terzo anno di FIT, punto su cui il Miur per adesso pare non si sia espresso.
Infine, lo schema di regolamento illustrato alle organizzazioni sindacali prevede procedure concorsuali distinte per posti comuni e di sostegno. La UIL, vuole sottolineare come questo, però, non deve portare all’introduzione della classe di concorso di sostegno. E’ ciò che accadrebbe se venisse meno l’abilitazione che sostiene la titolarità del docente che deve restare ancorata alla classe di concorso comune, conclude il sindacato.
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