Si complica il percorso di approvazione dei tre bandi di concorso previsti dalla riforma per portare in cattedra 63.700 nuovi insegnanti nei prossimi tre anni.
Se rimangono confermati i contenuti dei tre distinti bandi e dei relativi regolamenti, anche su come si svolgeranno le prove scritte e orali, dal Miur trapelano grossi dubbi sulla possibilità che i bandi possano vedere la luce entro questa settimana, come di recente ha assicurato lo stesso ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.
A far slittare la data di pubblicazione dei bandi ci sarebbero diversi motivi.
Il più importamte è legato al fatto che si è deciso di approvare il regolamento sulle nuove classi di concorso, con la forma giuridica di un D.P.R. Questo comporta che dopo il sì con riserva del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari di competenza e il via libera finale del Consiglio dei Ministri (ancora da ottenere), dovrà poi passare al vaglio della Presidenza della Repubblica, per poi alla fine essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Dunque, un iter molto complesso e certamente più lungo di quanto previsto.
Ma lo scoglio che potrebbe davvero allungare i tempi di pubblicazione del bando, qualcuno a Viale Trastevere indica addirittura a dopo le festività natalizie e di fine anno, è quello del possibile vaglio del bando da parte della Corte dei Conti. Un’eventualità che farebbe slittare ulteriormente i tempi, forse sino al prossimo gennaio.
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Certo, i dirigenti del Miur stanno lavorando alacremente per cercare di ridurli al massimo. Ma se davvero il testo da approvare è atteso da questi due-tre passaggi obbligati, c’è poco da fare: ci troveremmo davvero dinanzi ad un rinvio serio. Non certo di qualche giorno.
Parallelamente, al Ministero dell’Istruzione si sta cercando di allestire al più presto i programmi di studio relativi alle nuove classi di concorso in arrivo: dalle ultime indiscrezioni, sembra che poiché non ci sono i tempi tecnici per determinare i contenuti delle neonate discipline, non si andrà molto oltre che la creazione di mega-programmi derivanti in prevalenza da quelli utilizzati in occasione dell’ultimo concorso per titoli ed esami. Che, così, anziché essere stralciati e rifatti, verranno sostanzialmente accorpati. Insomma si prospetta una sorta di “copia e incolla” dei programmi precedenti, unificati a seconda dell’insieme delle nuove classi di concorso.
È una notizia che, se confermata, non farà di certo piacere ai circa 200mila candidati potenziali, tutti rigorosamente abilitati, a partecipare al concorso pubblico per essere assunti, a titolo definitivo, già a partire dal prossimo anno scolastico e comunque entro il 2018.
A tal proposito, ricordiamo che associazioni, come il Saese, e sindacati hanno già affilato le armi: alla selezione pubblica, reclamano, possono accedere per legge anche i non abilitati, pur se in possesso dei titoli di studio adeguati. Come al solito, a dirimere la questione saranno i giudici.
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