Era noto che il concorso docenti 2016 avrebbe costituito una selezione dura.
Ma, francamente, non pensavamo che si sarebbero potuti escludere quasi la metà dei candidati al termine della prima prova.
Invece, è quanto accaduto per il sostegno della scuola superiore nella commissione del Lazio, dove la mancata ammissione agli orali ha riguardato il 54% dei 150 partecipanti specializzati: ben 80 aspiranti al ruolo sono già stati infatti esclusi. E c’è da svolgere ancora l’orale, al termine del quale la selezione potrebbe diventare ancora più marcata.
Ma il dato diventa allarmante quando andiamo a verificare i posti messi a bando dal Miur nel Lazio: sono 149, quindi appena uno in più dei partecipanti. Viene da chiedersi, come mai tanta severità, a fronte di candidati che, lo ricordiamo, già hanno affrontato un percorso formativo specializzante. E che, per forza di cose, sono destinati con ogni probabilità a coprire comunque quegli stessi posti non assegnati a tempo indeterminato, attraverso le solite supplenze annuali sino al 30 giugno.
Il responso è giunto via internet, attraverso la pubblicazione, datata 15 giugno 2016, del documento Prot. n. 19541, sul sito dell’USR Lazio, della convocazione degli ammessi alle prove orali.
Immediate le proteste. “Ipotizzando che alla prova orale tutti i candidati superino il voto minimo di 28/40 – ha fatto sapere il Coordinamento Docenti Precari – , possiamo già dire oggi che a fine concorso ben 79 posti non saranno coperti e saranno affidati probabilmente agli stessi esclusi con contratto a tempo determinato. Siamo all’assurdo”.
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Lo stesso Cdp ci ha fatto pervenire una lunga lettera, con la quale chiede, in particolare, se “è possibile sbarrare la strada all’insegnamento a professionisti della scuola, sulla base di prove concorsuali epistemologicamente aleatorie e osservate con sospetto dal mondo accademico”.
“Questo risulta ancora più incomprensibile – continua il Coordinamento Docenti Precari – quando i candidati vengono fermati pur essendo disponibili posti a concorso, posti che rimarranno vacanti e che naturalmente impegneranno gli stessi candidati bocciati come supplenti negli anni successivi”. E ancora: “può accadere che un docente non svolga in maniera corretta una prova selettiva, ma quando più del 50% dei docenti abilitati e in alcuni casi specializzati viene fermato ad una prova, sorge il ragionevole dubbio che tra la formazione accademica e la valutazione in sede concorsuale ci sia una discrasia inaccettabile”.
Il Cdp ricorda, infine, che “ogni docente escluso potrà, secondo quanto previsto dalla L.241/90 e dal DM n. 60 del gennaio 1996 procedere con un accesso agli atti e nei casi necessari impugnare il giudizio delle commissioni che ne risponderanno in solido”.
Difficilmente, però, aggiungiamo noi, i docenti potranno ribaltare la valutazione espressa nei loro confronto dalla commissione del concorso. A meno che non siano stati commessi meri errori materiali o di forma.
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