Ricordate il precario che ha scoperto l’iban errato sui siti Miur non ufficiali per il pagamento della tassa di 10 euro per partecipare al concorso per docenti 2016?
Il nostro precario romano, A.C., abilitato nella scuola superiore, ha scritto alla Tecnica della Scuola un contributo, con il quale racconta il seguito della sua esperienza di pagamento. La quale non solo è andata ancora una volta a vuoto, ma ha anche ravvisato una seconda difficoltà: quella di non riuscire a parlare con il call center allestito dal ministero dell’Istruzione proprio per supportare i 200mila candidati nella loro presentazione della domanda on line alla selezione per diventare docenti.
Consapevoli che la sua esperienza non può essere generalizzata, anzi nella speranza che tutti gli altri aspiranti prof abbiano chiesto e ottenuto con immediatezza le informazioni telefoniche di cui avevano bisogno, vi proponiamo il simpatico resoconto del candidato AC.
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Accì che non è uno starnuto ma il precario in procinto di iscriversi al mitico concorso a cattedre. Che continua, imperterrito, le sue peripezie con la burocrazia italiana.
Il bonifico on line non va, ma nemmeno alla Posta, dopo una lunga attesa allo sportello, si può fare. Manca il codice della banca. Che non è una banca, ma una tesoreria. Ma nessuno sui bandi lo ha comunicato. C’è il call center. Ovvero ci sarebbe: sulla carta è disponibile 24 ore su 24 e tutti i giorni dal lunedì al venerdì (numero 080/9267603, dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle ore 18.00). Le cose, però, almeno per il precario AC vanno diversamente.
Perché il nostro “eroe” si attacca al telefono. Turno pomeridiano. Prima telefonata: rifiutata, c’è troppa “fila” evidentemente. Seconda telefonata: dopo cinque minuti, per fortuna non rifiutata.
Una musichetta suadente incoraggia a non attaccare “per non perdere la priorità assoluta”, ma dopo venti minuti la linea cade.
Passano altri dieci minuti e c’è il terzo tentativo; anche in questo caso solita musichetta suadente e solita linea caduta, dopo meno di venti minuti.
Ancora non ci è dato sapere con certezza se l’iban giusto è quello che, tra 348 e 13, contempla uno zero o una semplice “o”. Lunedì 7 marzo farò un tentativo in una qualsiasi banca con due bonifici da fare: hai visto mai che è la volta buona?
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