Dopo la pausa del week-end, è riparto il concorso docenti. Le prove scritte iniziate in tutta Italia il 28 aprile, andranno avanti fino al 31 maggio.
Oggi è stato il turno anche dei candidati per le discipline letterarie (A12-A22). La “Tecnica della Scuola” è andata al Liceo Classico Cutelli di Catania, sede della prova per la classe A per 21 partecipanti.
A dispetto delle voce che circolavano sul web su possibili momenti di tensione, atmosfera serena all’interno dell’istituto: la normale attività didattica è proseguita senza sussulti tra ragazzi intenti a seguire le lezioni e aspiranti docenti, chiusi nell’aula multimediale del primo piano del plesso di Via Firenze, alle prese con la temutissima prova “computer based”, 6 a risposta aperta (di carattere metodologico/didattico e non nozionistico) e 2 (quelle in lingua) a risposta chiusa con 150 minuti di tempo per fare la prova.
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Al termine della prova, visi stravolti e tanta stanchezza, come quello di Franca, insegnante di Sciacca, precaria da 15 anni: “Quesiti un po’ più complessi, anche un po’ lontani dal concetto di didattica odierna. Da Petrarca a Gozzano, alcuni quesiti interessanti, oltre troppo generici come spiegare la letteratura italiana agli alunni delle scuole superiori. Sono comunque scoraggiata, questo concorso non sana nulla, anzi crearà molto più problemi, come già si è visto venerdì”. “Principalmente si richiedeva di applicare le metodologie didattiche alla disciplina. I quesiti di inglese erano facili e pochissimo spazio alle ‘Avvertenze generali’, come pensavamo alla viglia”, ribatte Giusy, docente da 10 anni a Trapani. “Tanti sacrifici, studio fino alle ore piccole e nemmeno la certezza di essere assunti”, afferma Ezia, insegnante iscritta alle Gae nella provincia di Caltanissetta. Poi c’è Marco, docente a La Spezia, ma messinese di nascita: “Prove fattibili, ma poco tempo per quanto dovevamo fare. Che sensazioni ho dopo aver fatto il compito? Beh, normale, attendiamo il giudizio di chi valuterà, ma ora torno a Liguria a insegnare fino al 30 giugno come tanti miei colleghi precari che hanno lasciato affetti per trasferirsi al Nord”.
“Tutto si è svolto in un clima sereno e con la massima attenzione nei confronti dei candidati”, sottolinea il preside dell’istituto, Raimondo Marino. “Già alle 7 il Comitato di vigilanza era in sede per preparare il tutto. La prova si è svolta senza alcun problema”. E sull’utilità del concorso, il dirigente scolastico è dubbioso, frutto di una legge, la 107, un po’ miope che sistema alcuni aspetti, ma ne aggrava altri. “Spero solo che – conclude – chi voglia far questo mestiere, e tanti di questi aspiranti già lo fanno, ci metta tanta passione oltre alla competenza”.
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