È imminente l’approdo in Gazzetta Ufficiale dei bandi di concorso che porteranno in cattedra 63.712 docenti nel prossimo triennio.
Venerdì 26 febbraio, tranne improbabili sorprese, dovrebbe essere il giorno buono: la data di pubblicazione dei tre bandi di concorso su cui in tanti, noi compresi, avevano scommesso, sembra quindi che verrà rispettata. Anche gli ultimi nodi “tecnici” dovrebbero essere stati superati.
A spianare la strada a tutto ciò era stata la pubblicazione definitiva delle nuove classi di concorso, avvenuta lunedì scorso: la nuova organizzazione delle classi concorsuali, incentrata su ambiti disciplinari e macro-aree, doveva infatti essere recepita all’interno della nuova selezione per soli docenti precari già abilitati. E così è stato.
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Anche perché, sappiamo bene che un ulteriore slittamento dei tempi – siamo già tre mesi dopo la data ultima, del 1° dicembre 2015, indicata nella Legge 107/2015 – avrebbe reso praticamente impossibile l’arrivo in cattedra del primo scaglione di vincitori del “concorsone”. Mentre su questo punto sia il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, sia il sottosegretario Davide Faraone, hanno più volte fornito ampie garanzie.
Cosa accadrà ora? I candidati, circa 200mila potenziali, tutti precari e già abilitati all’insegnamento, avranno quasi tutto il mese di marzo per presentare la domanda on line di partecipazione.
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Nel frattempo, il Miur avrà l’onere di preparare gli scritti, formare le commissioni d’esame e recepire le aule informatiche, dove – probabilmente ad aprile – si somministreranno gli 8 quesiti scritti, di cui due in lingua inglese.
In estate, poi, ci saranno gli esami orali. Almeno sempre in base alla tabella di marcia che ha realizzato il Miur.
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