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Concorso docenti e Pas, cosa farà adesso la politica?

Martedì 11 giugno è stato firmato l’accordo tra Miur e sindacati circa le misure di abilitazione e stabilizzazione dei docenti precari con 36 mesi di servizio. Nello specifico è stato stabilito che

a) coloro che hanno maturato le tre annualità di servizio nelle scuole statali, paritarie e percorsi iefp avranno la possibilità di accedere ad un pas come quello del 2013, con selezione in uscita, che garantirà l’abilitazione, quindi il passaggio in seconda fascia per ottenere gli incarichi annuali delle supplenze;

b) una procedura concorsuale riservata per tutti i docenti precari che hanno maturato le tre annualità di servizio nella scuola statale. Ci sarà una prova scritta computer based con una soglia minima di punteggio e un colloquio orale non selettivo. Enorme importanza verrà attribuita al servizio e ai titoli.

Parliamo di 24.000 posti da destinare ai precari storici. L’altra metà dei posti sarà riservata ai neolaureati che avranno acquisito i 24 CFU. Questo accordo dovrà essere contenuto in un emendamento da inserire, molto probabilmente, nel decreto crescita ed essere, quindi, approvato in Parlamento.

Adesso toccherà alla politica assumersi la responsabilità di fornire una risposta adeguata ai precari storici che vivono, ogni anno, in una sorta di limbo, con delle ripercussioni negative per il buon funzionamento delle scuole e la continuità didattica tanto invocata sia dalle famiglie che dagli stessi studenti. Questi ultimi dovrebbero essere al centro dell’attività didattica e formativa.

La domanda che ricorre più spesso tra i docenti precari è “Cosa farà la politica? Avrà la maturità e la serietà di accogliere il lavoro straordinario e faticoso portato avanti dai sindacati in questi vari incontri istituzionali?” La logica, il buon senso, la serietà e la coerenza implicherebbero una risposta affermativa.

Ricordiamo che il 24 aprile, l’intesa è stata firmata alla presenza del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il quale ha espressamente chiesto ai sindacati di revocare lo sciopero. Conte rappresenta le due parti politiche: lega e cinquestelle. Ergo…

 

Sara Mottola

 

 

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