In Emilia Romagna è stata un’ecatombe per quanto riguarda il concorso per la scuola primaria. Si erano presentati alla prova scritta in 3.319, in palio c’erano 1.027 posti, ma alla fine ad accedere all’orale sono solo 826. I bocciati sono stati ben 2.493. E anche alla materna non va meglio: 448 candidati su 2.701 hanno superato la prova scritta.
A La Repubblica, il direttore dell’Ufficio scolastico, Stefano Versari, lancia l’allarme: “Chi si è presentato non aveva la valigia degli attrezzi che occorre per entrare in una classe. Al concorso per l’infanzia il livello culturale dei candidati era basso, negli altri i commissari hanno rilevato una profonda competenza culturale ma uno scarso livello di preparazione di natura didattica”.
“Purtroppo abbiamo visto anche questo nelle correzioni, c’era da mettersi le mani nei capelli”, racconta sempre a La Repubblica, Emilio Porcaro, presidente coordinatore delle commissioni al concorso per la materna.
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La prova era composta da domande su sei argomenti, come le indicazioni nazionali sulla scuola dell’infanzia, un’attività da fare coi bambini, l’accoglienza dei piccoli. Poi il test sulla lingua straniera.
“Le bocciature sono dovute a risposte superficiali, banali o troppo teoriche, non calate nella situazione reale. Dispiace, si percepiva che mancava la pratica”, continua Porcaro.
Versari invita a non a puntare il dito contro le commissioni: “Hanno giudicato senza rigori eccessivi – dice -. L’interrogativo da porsi è su come si stanno formando a livello universitario questi insegnanti. Un tempo uscivano dai vecchi istituti magistrali, magari non solidi sulla teoria ma più preparati a insegnare. Ora siamo passati a una formazione eccessivamente tecnica e disciplinare. Ancora non abbiamo centrato l’obiettivo”.
“Per entrare in una scuola ci vuole mestiere nel senso più alto del termine”, conclude amaro Porcaro.
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