È terminata da poche ore la lunga tornata di scritti del concorso per docenti 2016, che nelle intenzioni del Miur dovrebbe portare in cattedra i primi vincitori a settembre.
L’impressione, però, è che la strada che porta alla conclusione del concorso è molto lunga. Sia per la “mina vagante” dei tanti ricorsi dei candidati esclusi, ora di nuovo al vaglio del Consiglio di Stato, il cui parere è atteso a giugno, sia perché per diverse discipline e classi di concorso il numero di partecipanti da esaminare rimane davvero alto.
Basta leggere i numeri degli ultimi due giorni per rendersene conto. Il 30 maggio, per diventare maestro della scuola primaria erano quasi 75mila i candidati (per 17.299 posti comuni e 3.799 posti per il sostegno), collocati in oltre 4mila aule informatiche, ad essersi regolarmente iscritti.
Stesso copione il giorno dopo, il 31 maggio, quando un numero analogo di candidati (in diversi casi però gli stessi di ventiquattrore prima), si è presentato per fare “da grande” il docente della scuola dell’infanzia: per costoro, però, il Miur ha riservato solo 6.933 posti comuni e 304 per il sostegno.
Secondo le agenzie di stampa, alla prova della scuola primaria di non si sarebbe però presentato a sostenerla il 30% circa dei candidati; per quella della scuola dell’infanzia, le assenze pare siano state maggiori, intorno al 40%.
In generale, considerando tutte le prove, si registra una percentuale di partecipazione media dell’81%: il dato sembra alto. Ma rimane alto anche il numero di partecipanti, che sono stati almeno 130mila. Quindi, in linea generale, siamo ancora al doppio dei candidati rispetto alle cattedre messe in palio.
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E ora? Ora viene il bello, è il caso di dire. Perché le commissioni sono chiamate, nei prossimi giorni alla correzione delle prove, sulla base delle indicazioni, di massima, fornite di recente dal Miur.
Se è vero che alcune commissioni delle classi di concorso, quelle che hanno svolto la prova nella prima decade di maggio, hanno già predisposto le griglie di valutazione e iniziato a valutare gli elaborati, è altrettanto vero che per le prove con più candidati (in particolare quelle svolte negli ultimi giorni) si prevedono diverse settimane di attesa.
Con il risultato che per alcune classi di concorso prenderanno il via gli orali, mentre per altre cominceranno le verifiche pratiche. E altre ancora, invece, rimarranno in attesa degli esiti delle commissioni.
Un po’ ottimisticamente, sempre l’Ansa, sostiene che “entro il mese di luglio dovrebbe svolgersi per tutti gli ammessi la prova orale”.
Ora, ammesso che vada così, i risultati delle verifiche delle prove arriveranno in modo tutt’altro che uniforme: interrogare – per 35 minuti su una lezione simulata e altri 10 minuti sul programma – centinaia di candidati non è la stessa cosa che verificare, sempre con il colloquio, la preparazione di alcune decine. Il risultato è che mentre qualcuno potrebbe vincere il concorso ed entrare in ruolo a settembre, come promesso dal Miur, altri (riteniamo la maggior parte) dovranno armarsi di pazienza e puntare dritto ad un altro anno di supplenze.
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