Una docente di seconda fascia della classe di concorso A 036, al nono mese di gravidanza, chiede di svolgere le prove un mese dopo il parto. Ma tutti gli dicono no.
“Ho passato il termine” del tempo di gravidanza e ora la nascita del bambino è “prevista per il 12 o 13 maggio”, dice su youtube attraverso le telecamere della Gilda.
“I due scritti – spiega la donna – dovrei farli il 16 e il 17 marzo a Padova, in corrispondenza però solo con l’uscita dall’ospedale di Belluno dove partirò, che dista circa 200 chilometri dalla sede d’esame. Affrontare una distanza del genere con un parto appena svolto ed un bambino di tre giorni risulta davvero difficile”.
La docente precaria ha chiesto ad un sindacato se sarebbe stato possibile spostare la data delle sue prove scritte, ma le è stato detto che non era un percorso fattibile. Ha allora chiesto a tra onorevoli, ancora senza però esito positivo: sono “l’on. Malpezzi, l’on Coscia, l’on. Ascani, ma mi hanno totalmente ignorato, nonostante le mie ripetute richieste di aiuto”, ha sottolineato.
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Ora esprime tutta la sua amarezza: “questo concorso era un’opportunità importante per entrare nel mondo della scuola e la situazione mi fa sentire arrabbiata e disgustata. Perché non c’è rispetto per chi aspetta un figlio: sembra quasi che si tratti di un evento invalidante. Così rischio di rimanere senza lavoro, perché il prossimo concorso ci sarà solo tra tre anni”, dice ancora l’aspirante docente a tempo indeterminato.
Secondo la donna, quindi, i”l Pd sta esplicitamente discriminando le candidate partorienti o a rischio gravidanza. Ho sensibilizzato via social network questa situazione, trovando molta solidarietà dalle colleghe.
“Siamo nel 2016…non nel 1940 – dice ancora l’aspirante prof – e ci sono leggi che tutelano la maternità, anche a livello costituzionale, e penso che questa cosa possa essere estesa anche nelle procedure concorsuali. Chiediamo come donne partorienti la possibilità di avere una prova suppletiva, perché mettere al mondo un figlio non deve essere un elemento invalidante. Molte di noi, se non parteciperanno al concorso, si vedranno sfumare la possibilità di essere insegnanti dopo tutti i sacrifici fatti per ottenere un’abilitazione”.
Quindi, arriva l’appello: “Chiedo pubblicamente alle istituzioni, al presidente del Consiglio Matteo Renzi e al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, di organizzare una prova suppletiva, tra quindici giorni o un mese, quando potrò partecipare senza i problemi che me lo impediscono oggi”.
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