Sono una docente precaria da tanti anni e come me tante altre persone non vedono la luce in fondo al tunnel del precariato. Per questo motivo ho tentato la carta del famigerato concorso, nella speranza di ottenere il tanto desiderato posto fisso. E’ stata pubblicata la graduatoria di Scuola dell’Infanzia della Sicilia, dopo mesi di attesa. Questa graduatoria presenta alcuni gravi errori di cui vorrei mettere a conoscenza il maggior numero di persone.
A chi è in possesso della seconda laurea, sono stati infatti decurtati 2 punti relativi al punto A.2.1 della tabella di valutazione titoli: abilitazione in altra classe di concorso o laurea in Scienze della formazione primaria, indirizzo per la scuola primaria. Punti che erano stati precedentemente assegnati nella graduatoria provvisoria! Questo ha comportato una scalata verso il basso di moltissime posizioni, con conseguenze che è possibile immaginare. Allo stesso modo, non sono stati valutati tutti i titoli di sostegno posseduti , come era previsto al punto A.2.10 (“verranno valutati tutti i titoli di sostegno di ogni ordine e grado”).
La spiegazione che mi è stata fornita dall’USR Sicilia è stata questa: “Per quanto riguarda abilitazione in un’altra classe di concorso o laurea in Scienze della Formazione Primaria,non può essere valutata (come specificato dalla nota 4) poiché conseguita prima del conseguimento del titolo di accesso”, inoltre “Il Titolo di sostegno è stato valutato una sola volta il suddetto criterio è stato rispettato con tutti i candidati che si trovavano nelle sue stesse condizioni”.
La nota 4 in questione dice ben altro! Eccola: “Tutti i titoli dal punto A.2.2 al punto A.2.9 compresi, per essere valutati ai sensi della presente tabella, devono essere conseguiti successivamente al titolo di studio (laurea o diploma) che costituisce requisito di ammissione alla procedura concorsuale”. I punti in questione sono il A.2.1 e il A.2.10 quindi non rientrano tra quelli indicati dalla nota 4!
Non ci rimane che fare un ricorso al Tar, costoso, lungo, estenuante. Ma tanto siamo abituati a tutto.