Nessuna illegittimità nel decreto con il quale il Ministero dell’Istruzione nel gennaio scorso ha disciplinato le modalità di svolgimento e la tipologia della prova scritta per il concorso finalizzato al reclutamento del personale docente per posti comuni e di sostegno nella scuola secondaria di primo e secondo grado.
L’ha deciso il Tar del Lazio con una serie di sentenze con le quali ha respinto i ricorsi di 400 precari che si sono affidati al Codacons per contestare in particolare la decisa abolizione della prova scritta con la sua sostituzione con la prova preselettiva, specie nella parte in cui ha previsto la non ammissione agli esami orali se non superato il punteggio di 70/100, nonché l’esclusione dal concorso di un numero di candidati almeno pari a 7 volte il numero dei posti messi a disposizione. Lo riporta l’Ansa.
Oltre al danno la beffa per i precari
“Si tratta di una decisione scandalosa – commenta il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – che, oltre a rigettare le istanze dei precari della scuola, li condanna al pagamento di pesanti spese di giudizio pari a 10mila euro. Per tale motivo invieremo una lettera al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, affinché intervenga per garantire i diritti di chi chiede lavoro e giustizia, e pur versando in stato di precariato a causa della P.A., viene condannato dal Tar a pagare spese di giudizio abnormi e del tutto ingiustificate. Contro tale assurda sentenza, proporremo appello al Consiglio di Stato”.