Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil, interviene in merito alla sentenza del Consiglio di Stato che ha aperto le porte delle prove scritte del concorso a cattedre a laureati non abilitati e diplomati magistrali ad indirizzo linguistico.
“Da tempo, dichiara Pantaleo, la posizione della FLC CGIL è stata chiara in merito a questo concorso. Intanto, confermiamo che la via concorsuale resta sempre quella da seguire, in materia di pubblico servizio. Deve però essere percorsa con giudizio, saggezza, trasparenza e dialogo con le organizzazioni sindacali. Non possiamo che stigmatizzare con forza, invece, la lunga serie di errori commessi dal Miur e dalla ministra su questo particolare concorso, a partire dalla esclusione dei non abilitati che non hanno potuto conseguire l’abilitazione per esclusiva responsabilità dell’amministrazione. Per un errato senso della fretta essi hanno evidentemente combinato enormi pasticci, le cui vittime sono le migliaia di docenti esclusi dal concorso, costretti a farsi riconoscere un diritto di accesso dalla Giustizia amministrativa. Ciò dimostra che la platea degli aventi diritto non era e non è mai stata coerente con le regole generali che sovrintendono i concorsi pubblici. A ciò si aggiunga il pressapochismo con il quale sono state predisposte le prove del concorso: mancanza dei commissari, mancanza di trasparenza nelle griglie di valutazione, enormi problemi di natura logistica, per cui, ad esempio, a molti docenti sardi è stato imposto di recarsi a Roma”.
“Questa nuova sentenza del Consiglio di Stato, prosegue Pantaleo, che ammette di fatto anche i non abilitati, impone un ripensamento delle norme concorsuali sulla scuola, predisponendo un percorso separato e preferenziale per gli abilitati con servizio. La sostanza è che per questo importantissimo e delicatissimo concorso si poteva e doveva fare meglio, se solo si fosse scelta la strada del dialogo, e non della chiusura ostinata da parte della ministra”.
“Ostinazione, chiusura e fretta sono state pessime consigliere, continua il numero uno di Flc Cgil, e le conseguenze negative sono visibili ogni giorno. Le organizzazioni sindacali, e la FLC CGIL, in particolare, avevano infatti consigliato di procedere attraverso un piano pluriennale di immissione in ruolo di tutti i precari della scuola, evitando il rischio di produrre una gerarchi tra docenti, quelli di serie A, quelli di serie B e quelli di quarta serie”.
“Se la ministra avesse concordato su questo schema, conclude Pantaleo, oggi avremmo una situazione significativamente diversa”.