Continua ad essere costellata dalle incertezze la riforma sblocca concorsi voluta dal ministro per la Pa Renato Brunetta e realizzata con l’articolo 10 del decreto legge n. 44/2021 approvato ad inizio aprile. Dopo il botta e risposta della passata settimana tra i due sottosegretari all’Istruzione su come riformare il reclutamento nella scuola, e il conseguente blocco della situazione, l’attenzione si è spostata sul Recovery plan: il piano da consegnare alla Commissione Ue entro il 30 aprile, però si è confermato all’insegna dell’incertezza proprio nella parte delle nuove stabilizzazioni tra i docenti. Nel testo iniziale, infatti, era contenuto un piano aperto alla semplificazione dei concorsi per gli insegnanti, con un’unica prova computer based per verificare un merito garantito principalmente da titoli e servizi; ma nella notte tra sabato 24 e domenica 25 aprile quella parte di testo è sparita, per fare spazio ad un’organizzazione dei nuovi concorsi decisamente più indefinita. Lunedì 26 ha dominato la scena mediatica la lettera dell’ex ministra Lucia Azzolina indirizzata al ministero per la Pa, che però ha preso le distanze dalla sortita sostenendo che l’ultima parola sui concorsi della scuola spettano al dicastero dell’Istruzione e che quindi la grillina avrebbe dovuto quindi inviare la missiva a Viale Trastevere. Nel frattempo, proprio dalle stanze del ministero dell’Istruzione arrivavano parole di distensione verso i candidati più giovani.
A parlare di non associazione con la scuola del decreto Brunetta sulla riforma del reclutamento nella Pa, sono stati pure alcuni parlamentari. Come Simona Vietina, deputata di Forza Italia, la quale ha tenuto a dire che “per fare chiarezza e sgombrare il campo da equivoci, non ci sarà alcun riflesso sulle assunzioni di giovani nel settore scuola per effetto del decreto legge 44/2021, semplicemente perché il decreto non riguarda la scuola che da sempre opera con suoi autonomi bandi per l’assunzione di personale”.
In serata, infine, è arrivata un’ulteriore precisazione del M5s, che si è detto soddisfatto per la versione finale del Recovry plan approvata dal Consiglio dei ministri.
“Dopo anni di blocco del turnover, carenza di personale in settori specifici e un’età media molto elevata – ha dichiarato Elisa Tripodi, vicepresidente del Gruppo del M5s alla Camera – è necessario avviare una nuova fase di reclutamento e di formazione continua del personale per rafforzare le competenze”.
“La stagione dei concorsi deve ripartire e attrarre giovani con nuove competenze – ha sottolineato Tripodi – superando le modalità adottate attraverso l’espletamento di concorsi più snelli e veloci con selezioni davvero meritocratiche e non proibitive, perché tutte le nostre e i nostri giovani hanno il diritto di poter partecipare dimostrando il loro valore, le loro capacità e competenze”.
Il primo round sul nuovo reclutamento, lunghissimo, è andato comunque ai grillini.
L’impressione, però, è che il match con la Lega e con i deputati favorevoli al concorso per soli titoli e servizi, non sia concluso: l’ultima chiamata per chi ci spera è la conversione in legge del Decreto Legge brunettiano n. 44.
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